Pd, prove di rinascita. Congresso a giugno, Silva resta in sella

Un clima di forte coinvolgimento e partecipazione, ma anche di preoccupazione per le difficoltà che hanno segnato l’attività del partito negli ultimi giorni e le pesanti divergenze interne venute clamorosamente a galla; la voglia di reagire e di rifondare il Pd riscoprendone le ragioni che ne hanno portato alla nascita. Questa l’atmosfera che ha regnato alla sede del Pd di via Martiri della Resistenza nel corso di un’appassionata direzione provinciale in cui non sono certo mancate le note di autocritica complessive, un po’ di nervi tesi e qualche sorriso tirato. Voltare pagina, tentare la rinascita (per nulla facile) equivale giocoforza ad avviare quanto prima la stagione congressuale. Il 4 maggio l’assemblea nazionale del Pd fisserà modi e scadenze dei congressi e così anche a Piacenza l’assise si dovrebbe tenere entro l’estate, con ogni probabilità forse già a giugno. Fino a quella data il segretario Vittorio Silva resterà in sella: “Credo che resterò per senso di responsabilità”. Chiaro ed evidente come tutti gli avvenimenti di ieri e di oggi lo abbiano segnato anche personalmente nel profondo, gli stessi che lo avevano fatto meditare alle dimissioni anticipate. Intorno alle 20 la direzione ha votato (non all’unanimità) un ordine del giorno che riprende l’intervento fatto da Bersani in quella nazionale; “Un documento – ha sottolineato Vittorio Silva – che sottolinea che quanto si è verificato in questi giorni ha danneggiato la credibilità del Pd evidenziando fenomeni di anarchismo che non sono compatibili con la vita di un partito. Contiene però anche l’invito a reagire e a dar vita a un percorso congressuale che consenta il rilancio nella consapevolezza che si è aperta una fase con Napolitano che richiama il Pd alle sue responsabilità”. Tanti gli interventi che si sono succeduti. Dalla maggioranza è arrivata una comune espressione di solidarietà a Bersani e una condanna per il manifestarsi del dissenso con i franchi tiratori, “episodio da condannare”. L’attesa era dunque anche per l’intervento dei renziani. Lo ha fatto Gianluigi Molinari. Duro il suo intervento. Il sindaco di Vernasca e renziano della prima ora ha detto: “C’è bisogno di cambiamento – ha spiegato – l’indecisionismo di questo partito è un problema enorme, se fossimo durante la guerra saremmo ancora qui a discutere se stare con i tedeschi o combatterli. E così ricordiamo anche il 25 aprile che si festeggia domani.  La partecipazione agli appuntamenti politici è nullo e questo è un altro problema da risolvere”. Gli altri intervenuti sono Giulia Piroli, Mario Angelillo, Enrica Ruffilli, Loredana Pagani, Paola De Micheli,  Patrizia Calza, Fernanda Cerri, Gianni Cravedi e Francesco Cacciatore

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