Bazzoni, la figlia: “Castruccio disse che finanziere la indusse a mentire”

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Nuova udienza del processo a carico del commercialista piacentino, Carlo Bazzoni. In mattinata, davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Italo Ghitti, a latere Maurizio Boselli e Elena Stoppini, sono sfilati i testimoni dell’accusa  e della difesa.

Per l’accusa e’ stato sentito un commercialista milanese, che ha verificato i bilanci della societa’ Fms riscontrando alcune irregolarita’. “Circostanze non ricollegate ai fatti” ha commentato l’avvocato di Bazzoni, Paolo Fiori (insieme al l’avvocato Luigi Stortoni).

Oltre a lui, sono stati ascoltati anche i testimoni della difesa. Tra loro la figlia del commercialista sotto processo, Astrid Bazzoni. Lo ricordiamo, le accuse sono di estorsione e millantato credito. Nel caso specifico della Fms, riconducibile ai fratelli Alfredo e Andrea Ferrari, nel 2007 avrebbero pagato 10mila euro in gioielli a due funzionarie dell’Agenzia delle Entrate (gia’ condannate entrambe) e versato altri 15mila euro al professionista, il quale si sarebbe offerto di intervenire per ammorbidire i controlli fiscali. Nella scorsa udienza, Alfredo Ferrari ha detto che Bazzoni gli aveva paventato il rischio di pesanti sanzioni fiscali, a causa di alcune irregolarita’. Cosi’, con i soldi e i gioielli versati, sarebbe stato possibile appianare tutti i problemi.

Ma e’ la deposizione di Astrid Bazzoni, che in mattinata ha fatto emergere un aspetto significativo sull’intricata vicenda: “Alessandra Castruccio, in lacrime, mi disse di aver rimesso il mandato ma che non era dipeso da lei”. E ancora: “Secondo Castruccio, c’era l’intento di rovinare l’immagine di mio padre. Non tanto per colpire lui, quanto per strumentalizzar lo e arrivare a terze persone”.

Poi le dichiarazioni della figlia del professionista, prima rispondendo alle domande dell’avvocato Fiori, poi del pm Antonio Colonna, si e’ fatta ancor piu’ precisa. Anche perche’, ha sottolineato di aver registrato la conversazione con un dispositivo, visto che l’aveva insospettita l’atteggiamento della donna, prima per email – dove rimetteva il mandato e poi durante una telefonata-. “Ha lamentato un atteggiamento di intimidazione nei suoi confronti, da parte di appartenenti alle forze dell’ordine”. A questo punto il pm ha chiesto una risposta maggiormente circostanziata. Al che, la figlia del professionista ha detto: “Castruccio mi disse che un tenente della Guardia di finanza le voleva far dire delle cose, contro la sua volonta’. Parlandomi anche di modi rudi e poi riportandomi la frase del finanziere: piu’ ci si allontana da Bazzoni in questo periodo e meglio sarebbe per lei”.

Alessandra Castruccio e’ la responsabile amministrativa di una ditta di distributori automatici. La donna, secondo quanto emerso durante la sua deposizione nella scorsa udienza, nel maggio del 2008 ricevette una verifica fiscale e anche in questo caso a informarla in anticipo fu il suo commercialista (Bazzoni). La donna ha detto di aver pagato 12mila euro (“Oppure 20mila euro con la fattura”).

Poi la difesa ha portato in aula tre imprenditori e la segretaria personale di Bazzoni. Gli imprenditori hanno smentito di aver mai subito pressioni, di aver mai sentito lamentele da parte di altri colleghi sull’operato del professionista e non aver mai pagato parcelle senza fattura o in contanti.

Alla segretaria e’ stato invece chiesto conto della corrispondenza, che arrivava allo studio di via San Marco. Questo perche’ all’accusa e’ parso strano che, nonostante la ditta dei fratelli Ferrari non si affidasse piu’ alle prestazioni del commercialista da qualche tempo, la corrispondenza continuasse ad arrivare allo studio di Bazzoni (che la societa’ Fms aveva utilizzato come sede legale). La difesa ha cosi’ presentato due lettere, ancora sigillate, che effettivamente giungevano allo studio ma non venivano aperte, “perche’ non essendo piu’ nostri clienti e siccome porta via molto tempo il controllo della corrispondenza, non lo effettuavamo”. Le missive sono state acquisite. 

La prossima udienza del processo, in cui il commercilista dovra’ rispondere delle accuse di avvertire in anticipo delle verifiche fiscali gli imprenditori e di poter intervenire grazie alle funzionarie dell’Agenzia delle Entrate, e’ stata fissata per il 30 aprile prossimo, alle 9.30 del mattino.