Domani, sabato 14 aprile alle 14.00, in una puntata speciale su Disney Junior, esordirà un nuovo personaggio dei cartoni animati: la principessa Sofia. Una principessina anticonformista, perché dimostrerà che per essere principesse non occorrono castelli, ricchezze e sfarzi, ma onestà, bontà d’animo e coraggio. Non più, quindi, solo prìncipi, ma anche princìpi.
Come riporta un interessante articolo apparso su film.it, in occasione dell’uscita del nuovo cartone, la Doxa ha realizzato l’indagine “Principesse – C’era una volta? Il sogno di ieri oggi e domani” che ha rivelato come si sia evoluta dell’immagine delle principesse negli ultimi venti anni, da stereotipo aristocratico a modello di donna moderna.
Ma non solo: dallo studio è emerso che due mamme su tre sognano per la propria figlia un futuro a corte.
Abbiamo chiesto a Paola Gianinetto, autrice di Qui per te – una sorta di fiaba moderna – di leggere l’articolo. Ecco che cosa ne pensa lei:
“Io sono cresciuta a fiabe, le mangiavo a colazione, pranzo e cena. Ho persino fatto la tesi di laurea sulla fiaba e, ancora oggi, sono le fiabe a ispirare i miei libri.
L’articolo presenta la principessa Sofia come “innovativa” perché insegna alle bambine che essere è più importante che avere, ma in realtà è sempre stato così. Le fiabe sono nate come racconti formativi e didascalici, un concentrato di valori formato bambino, con prove da superare, strumenti magici per farlo e una bella morale finale, in cui i cattivi hanno quello che meritano e i buoni vivono per sempre felici e contenti. E, adesso come allora, i bambini ne hanno bisogno, hanno bisogno che si parli loro in un linguaggio che possono comprendere in racconti nei quali, possibilmente, “la bontà, l’onestà, il coraggio e la grazia” riescano davvero a mettere in ombra i “bei vestiti e le scarpe luccicanti”. Magari a farci proprio dimenticare che esistono.
Si dice che ogni bambina sogni di essere una principessa, ma secondo me non è esattamente così: ci sono quelle che vogliono essere delle principesse e quelle che vogliono un Principe Azzurro. E basta. Io appartenevo alla seconda categoria.
Di sicuro, adesso, sono la “terza mamma”, quella mamma su tre di cui parla l’articolo che NON sogna per niente un futuro a corte per la propria figlia, con annessi i bei vestiti e le scarpe luccicanti di cui sopra. Ma per fortuna da questo punto di vista non dovrei avere problemi, perché mia figlia è un maschiaccio: niente principesse (né veline) per lei, grazie al cielo!
Viva le fiabe, insomma, viva la fantasia, i sogni e anche i valori, a patto che non siano pesati in moneta sonante.
Sognare fa bene, a tutte le età. L’importante è non esagerare.”