Oggi si conclude la campagna elettorale. Mancano pochissimi giorni al voto e ci stiamo ancora interrogando: votare o non votare? Tra le due opzioni sicuramente una: votare! Eh già, ma votare per chi? “I politici sono tutti uguali” è l’opinione di molta gente. Sarà, fatto sta che le donne hanno senza dubbio una marcia in più. E lo dimostra un’interessante videoinchiesta (la trovate qui) realizzata dalla “27ora”, il blog al femminile del Corriere della Sera. Il blog ha deciso di intervistare otto candidate alle (ormai imminenti) elezioni. Otto politiche, otto attiviste, ma soprattutto otto donne, che lottano per un’Italia più giusta che renda merito alla figura femminile.
Beatrice Lorenzin (PdL) si presenta, affermando di non aver mai letto Le Cinquanta sfumature di grigio e di voler scrivere un giallo, magari con uno pseudonimo. Quando era più giovane era molto combattiva ed era contraria alle quote rosa: voleva farcela da sola, senza favoritismi. Ma oggi ha cambiato idea, perché se lei ce l’ha fatta, quante sono le donne che non sono arrivate per colpa di una cultura ancora maschilista? Secondo lei le parole servono a poco. Sono necessari atti di forza transitori per superare il gap di genere.
Elisa Simoni (PD), mamma di Cosimo e incinta di Bianca, la seconda donna del PD più votata in Italia, è una mamma “multitasking”, come si definisce lei. Si augura che i suoi figli studino filosofia ed è favorevole alla fecondazione eterologa e alle unioni gay. Secondo lei in Italia si pensa troppo spesso che le donne non siano adatte a ruoli decisionali e auspica che questa tendenza possa essere invertita.
Patrizia Bisinella (Lega Nord) dichiara di sentirsi cittadina europea, ma soprattutto veneta. È brava a cucinare risotti e arrosti e fa ampio uso della tecnologia. È favorevole a una legge sul testamento biologico e crede che l’uso della lingua non rispecchi un atteggiamento sessista.
Katia Stancato (con Monti per l’Italia) è una mamma “di cuore”, in attesa di un’adozione internazionale. Si definisce una donna “social”, perché utilizza spesso i social network. Ritiene che le donne non debbano essere presenti solo al ministero delle pari opportunità, ma che il loro ruolo vada valorizzato anche tramite l’assegnazione di responsabilità importanti.
Viviana Beccalossi (Fratelli d’Italia) è sposata e ha un figlio che ha messo al mondo quando aveva solo 25 anni. Dice che ogni ruga è una conquista e che per questo non ricorrerà mai alla chirurgia plastica. Propone di detassare il lavoro per le donne e, in merito agli scandali che hanno investito alcune donne del Pdl (fa anche nomi e cognomi), inserite nelle liste non proprio per merito, dichiara di essersi sentita offesa e indignata, perché lei ha fatto tanta gavetta.
Giulia Sarti (Movimento 5 stelle) è molto giovane e ha cominciato a interessarsi di politica dopo il primo V-Day di Grillo. Gioca a calcio e ritiene che al di fuori della politica ci siano altre cose molto importanti. Non è mai stata definita una femminista e crede che la donna abbia ormai raggiunto una sua indipendenza. Il percorso, tuttavia, è ancora lungo e perciò occorre la collaborazione degli uomini.
Eleonora Forenza (Rivoluzione civile) è una ricercatrice in letteratura. Ha da sempre aderito al movimento delle donne e viene chiamata da tutti “la ragazza con lo zaino”, uno zaino da cui non si separa mai perché contiene i suoi appunti e i suoi libri. Pensa che le donne non solo sappiano fare squadra, ma anche collettivo: tra loro non c’è competizione, bensì volontà di cooperazione e connessione.
E infine Monica Frassoni (Sel) che ama gli uomini belli, virili, e non va più dal parrucchiere da quando ha scoperto i bigodini riscaldati. Conosce sei lingue e se sarà eletta in Senato proporrà di ridurre il doppiaggio dei film e di aumentare le ore di lingua straniera a scuola. Ritiene che il termine “zitella” rappresenti ancora un problema sociale e culturale e auspica un aumento del lavoro femminile.
Che altro dire? Hanno già parlato loro. Le donne, che siano di destra, sinistra o centro… do it better!