Azimut, il presidente si candida con Monti ma a Piacenza lascia macerie

Si riapre l’attenzione sulla vicenda Atlantis, il cantiere navale di Sariano di Gropparello che entro marzo sarà definitivamente chiuso per decisione del Gruppo Azimut Benetti di Torino, leader nel settore nautico. Un settore piombato in una crisi nera negli ultimi anni e aggravato di recente da una tassazione particolarmente pesante voluta dal Governo di Mario Monti.

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Eppure il presidente di Azimut Benetti, Paolo Vitelli, all’indomani della difficile trattativa che vede senza lavoro 180 dipendenti dello stabilimento piacentino, ha deciso di candidarsi proprio nella civica di Monti.

Vitelli sarà il capolista alla Camera nel collegio Piemonte 1. Una decisione ben accolta a Torino ma che a Piacenza indubbiamente lascia l’amaro in bocca, soprattutto dopo le ammissioni dello stesso Monti, ieri sera a Porta a Porta, di errori fatti nel settore nautico.

Alla domanda di Bruno Vespa, che gli faceva notare come l’aver tassato la proprietà delle imbarcazioni di lusso le abbia, di fatto, portate a scappare in Costa Azzurra o in Serbia, il professore ha risposto: “Ha ragione, abbiamo dovuto gestire un’economia di guerra e non siamo andati per il sottile. Queste cose dovranno essere oggetto di revisione”.

Ma per mettere in atto il cambiamento, Monti ha segnalato che nella sua lista è presente la persona adatta a risollevare il settore: “Sono rimasto piacevolmente sorpreso che un grande imprenditore nella cantieristica di lusso abbia deciso di fare il capolista di questa scelta civica a Torino”.

Paolo Vitelli, 65 anni, è infatti al vertice di un’azienda, leader mondiale specializzata nella produzione di yacht di lusso, di cui faceva parte l’Atlantis di Sariano di Gropparello. Un’azienda modello, almeno fino a pochi mesi fa quando, il 29 ottobre scorso, da un giorno all’altro la dirigenza decise di chiudere lo stabilimento lasciando senza lavoro 180 dipendenti entro il 31 dicembre.

“Pensa di costruirsi una credibilità in politica in ambito piemontese, ma a Piacenza ha lasciato un segno molto negativo – spiega Floriano Zorzella di Filctem Cgil – si candida con chi ha massacrato il lavoro, senza risolvere i reali problemi legati all’occupazione nelle sue aziende”.

E’ ancora negli occhi di molti, nel Piacentino, l’atteggiamento del gruppo Azimut Benetti. Prima decise per la chiusura, senza avvisare i sindacati, poi inviò una lettera ai dipendenti, nella quale era contenuto un ultimatum: o accettate di trasferirvi a Torino (dove erano già in corso 500 esuberi) o non avrete diritto alla cassa integrazione.

Poi la lunghissima trattativa, che portò sei operai sul tetto per tre notti e tre giorni e la trattativa fiume, durata tredici ore, dalla quale i sindacati riuscirono almeno ad assicurare una risicata buonuscita per i lavoratori.

“Solo chi ha saputo trattare con i lavoratori in un certo modo, con una certa dignità, può contribuire realmente al rinnovamento del Paese – spiega Zorzella, protagonista della lunga vertenza –, in questo caso, invece, Sariano è stato scenario di una triste logica imprenditoriale”.

Ma sempre il sindacalista, tornando sulla trattativa, ricorda come “Vitelli non ci ha mai incontrati, non è mai venuto a Piacenza, nonostante ci fosse in gioco la sorte di quasi duecento lavoratori”.

Così sembra logico fare due più due. Che ci sia collegamento tra i 29 milioni di euro di investimento annunciati per lo stabilimento Azimut di Avigliana, a Torino, e la campagna elettorale alle porte? Chissà. Certo è che “si addensano ancora parecchie domande sulla chiusura della fabbrica Atlantis di Sariano” ha concluso Zorzella.

Una risposta non è arrivata neppure da Mario Monti, incalzato da Vespa: “Professore, speriamo che abbiate sensibilità per un settore che non si può uccidere”, obietta il conduttore a Monti. Che risponde: “Vede che non le ribatto? Vede come sono aperto alla critica?”.