Piacenza in Lombardia,addio ufficiale al referendum. Lega:”Non ci arrendiamo”

Il referendum per il passaggio di Piacenza in Lombardia è definitivamente accantonato: questa mattina infatti la revoca inderogabile è stata messa nera su bianco sulla Gazzetta Ufficiale sotto la dicitura “Revoca del procedimento referendario per il distacco dalla provincia di Piacenza della Regione Emilia Romagna e l’aggregazione alla Regione Lombardia”. La Lega Nord, che da sempre sostiene e pretende il referendum in questione non vuole sentir parlare di addio o rinuncia. “Il tema referendum è solo congelato. Nessuno pensi che alla Lega Nord vada bene questo passo indietro”. Così il consigliere provinciale della Lega Nord Giampaolo Maloberti commenta la notizia delle revoca della consultazione popolare per il passaggio in Lombardia. “La candidatura del nostro segretario federale Roberto Maroni alla presidenza della Regione Lombardia è una ragione in più per perseguire la strada del ‘passaggio a Nord’ – dice Maloberti –. La prospettiva della realizzazione dell’Euroregione e del mantenimento del 75 per cento delle tasse sul territorio rappresentano per noi una motivazione fortissima a rilanciare il percorso referendario.  Visto l’ostruzionismo opposto dall’Emilia Romagna al progetto macroregionale non ci rimane che aspirare al passaggio in Lombardia, per annetterci al ‘Grande Nord’, un ‘blocco settentrionale’ capace di dialogare alla pari con le più avanzate regioni europee. Coerentemente con questa linea, anche in consiglio provinciale la Lega ha espresso voto contrario alla delibera anti-referendum, mostrando che la nostra proposta di dare voce ai cittadini risponde a un progetto serio e concreto e non a iniziative-spot promosse unicamente a scopo di immagine”. 

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E proprio la Lega Nord fu l’unica a votare a favore del referendum in occasione del consiglio provinciale del 17 dicembre, quando maggioranza e opposizione si espressero a favore dell’abolizione della consultazione popolare. Il centrodestra, inizialmente favorevole, aveva virato su altre posizioni dopo che la caduta del Governo Monti aveva di fatto affossato il progetto di riordino delle Province facente parte del decreto Spending Review.