AGGIORNAMENTO ORE 17,30 Lo conferma. Roberto Reggi si è scusato nel direttivo di ieri sera per i toni forse un po’ troppo alti usati in alcune fasi della campagna elettorale. “L’ho fatto perché mi interessava soprattutto ripristinare il rapporto umano con gli amici di sempre”. Ma per l’ex sindaco renziano non è ancora tempo di sciogliere gli indugi sulla sua eventuale candidatura in Parlamento: “Da una parte penso di poter essere utile al mio territorio nelle vesti di parlamentare. Dall’altra, però, questo meccanismo di regole mi sembra piuttosto curioso. Per cui ci sto ancora ragionando”.
“Sono ancora un po’ deluso – va avanti nel ragionamento Reggi – L’ho detto anche ieri sera nel direttivo, stiamo dando una lezione di democrazia a tutti, però non dobbiamo essere timorosi, perché non aprire a tutti i cittadini quelli che voteranno dopo? Ho sempre in mente la partita finale, quella decisiva. Potevamo fidelizzare più elettori che sono interessati ad avere il loro deputato in Parlamento. Invece ci siamo limitati a fare una cosa un po’ interna. Sto comunque ragionando. Anche se Renzi ha detto che le regole vanno bene, io ho un’idea diversa. Sì, ci sto ancora ragionando. Da una parte pensi di poter dare una mano al mio territorio dal Parlamento, dall’altra questo meccanismo mi sembra un po’ curioso”.
Quanto alle scuse presentate in direzione: “Ho detto che quando si combatte una partita combattuta si gioca all’attacco. Dovevo fare il centravanti e cercavo di fare gol. Mi sono scusato perché ci sono stati episodi che hanno esacerbato gli animi. Non è che io non ne abbia preso, ma forse dovevo essere più tranquillo. Detto questo per me il dopo è già iniziato, sono per cercare di portare serenità e prepararci al meglio alle elezioni vere. Forse qualcuno pensa di aver già vinto, io no. Sono preoccupato e dobbiamo combattere insieme quella partita. Un buon clima nel partito è necessario. La cosa che mi premeva di più è ricucire con quelli che ho sempre reputato amici, anche se si è stati avversari politici temporaneamente. Mi interessava ripristinare il rapporto umano”.
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ORE 11 – Il primo turno di primarie il 25 novembre; il ballottaggio tra Renzi e Bersani solo una settimana dopo, il 2 dicembre; ora le primarie per scegliere i parlamentari con gli elettori chiamati alle urne con zampone e lenticchie sotto i denti. Ben venga la partecipazione, ma nel Pd non c’è un attimo di pace e ora il termometro torna a far registrare temperature piuttosto calde. Si terranno infatti domenica 30 dicembre dalle 8 alle 21 le primarie per la scelta dei parlamentari del Pd. Possono votare gli iscritti del 2011 e tutti coloro che si sono iscritti nelle primarie di coalizione del 25 novembre e che si dichiarano del Pd. Regole e platea elettorale a parte, tra i democratici piacentini si è già aperta la corsa alla candidatura. Conta la percentuale dei voti del partito ottenuta a Piacenza su base regionale. Piacenza potrebbe avere 2/3 candidature tra Camera e Senato. Una posizione di Piacenza sarà collocata in una posizione sicura. Le altre, se saranno elette, in posizione diversa: la seconda potrebbe essere appetita se il risultato del Pd fosse particolarmente significativo. Tra le candidature già ufficiali quella della parlamentare uscente Paola De Micheli: “Mi candido per continuare alcune battaglie: il patto di stabilità, il pagamento alle pubbliche amministrazioni, il sostegno alle imprese. Vorrei essere in prima fila, in caso di un governo di centrosinistra, per realizzare i progetti inziati”. La De Micheli ha poi voluto ringraziare “tutte le persone che hanno cambiato idea sul mio conto dopo che all’inizio ci sono stati molti pregiudizi nei miei confronti”. “Vorrei evitare di entrare Papa in conclave per uscire chierichetto” ha poi aggiunto in merito a eventuali possibilità di essere inserita nella squadra del governo Bersani. Per il resto i rumors sono tanti e indicano una probabile corsa affollata. E tra questi circola voce che un pensiero potrebbe farlo anche il segretario provinciale Silva. “Mi candiderò se riterrò che ciò sia utile per il partito in questa fase” ha detto il segretario provinciale Vittorio Silva confermando che ci sta pensando. L’ex sindaco Roberto Reggi starebbe invece meditando un passo indietro visto che avrebbe preferito modifiche alle regole per ampliare la platea di partecipanti. Il giovane Federico Sichel starebbe già raccogliendo le firme. Ma si parla anche di forti interessamenti da parte di Patrizia Calza e Marco Bergonzi, senza escludere le possibilità di vedere in campo un renziano come Molinari e il vicesindaco Francesco Cacciatore. L’obiettivo è arrivare alla definizione di una rosa di cinque candidati.
LA CANDIDATURA DI PAOLA DE MICHELI Ieri sera l’unica candidatura ufficializzata è stata quella della parlamentare uscente Paola De Micheli che non dovrà raccogliere le firme. “Ieri sera ho fatto il passaggio in dizione provinciale. Sono soddisfatta del voto all’unanimità. Ancora una volta il Pd si è dimostrato serio. La mia esperienza nazionale come parlamentare è nata se vogliamo anche con qualche contrasto. Ci furono un po’ di frizioni. Da allora ho cercato di vincere il pregiudizio che accompagnava la mia candidatura attraverso una partecipazione con passione all’ attività del partito e degli amministratori. In questi anni ci sono stati anche momenti difficili. Per me è stata una delusione che non si sia cambiata la legge elettorale. Non ho chiesto listini, ho sostenuto Bersani e chiedo ai piacentini di fare una verifica sulla mia attività. Sono felice che abbiano partecipato alla direzione nazionale tutti coloro che si sono candidati a premier, a differenza degli show che si vedono in casa d’altri. Le regole rispettano il ruolo che i parlamentari devono avere sul territorio e rispettano le minoranze interne, quelle antiche e quelle nuove. C’è stata grande apertura anche nei confronti di chi le primarie le ha perse. Faccio fatica a parlare solo di me: mi candidò perché vorrei continuare il lavoro che ho fatto sia nel partito a livello locale e nazionale e sia nell’attività di supporto agli amministratori. Mi sono occupata delle crisi aziendali note e meno note, dell’economia e del sociale. Continuerò a occuparsi del recupero delle risorse. A livello nazionale voglio lavorare per un grande partito riformista. Mi candido per continuare alcune battaglie: il patto di stabilità, il pagamento alle pubbliche amministrazioni, il sostegno alle imprese. Vorrei essere in prima fila, in caso di un governo di centrosinistra, per realizzare”. La De Micheli ha poi voluto ringraziare “tutte le persone che hanno cambiato idea su di me e oggi la considerano una candidatura autorevole. Ringrazio anche coloro che mi sostennero come Reggi e Silva. E coloro che mi hanno sempre aiutato a capire che fare il parlamentare non era facile. Ha ringraziato il collaboratore Federico Sichel. Se ho dato qualche soddisfazione ai piacentini lo devo a tutte le persone che mi sono state vicine. Sono orgogliosa che il mio partito investa su ruoli femminili non tradizionali e sono orgogliosa di far parte del Pd. Noi siamo l’unica speranza che hanno Italia e Europa. L’applauso in direzione che ha accolto la mia candidatura mi ha commosso”. “Vorrei evitare di entrare Papa in conclave per uscire chierichetto – ha aggiunto su ipotesi di ruolo in governo – il centrosinistra ha varato una stagione nuova di meritocrazia. Io mi metto al servizio della mia città e dei piacentini. La parola amazzone (usata dall’Espresso qualche giorno fa) non mi entusiasma troppo. È stato comunque piacevole che anche i giornali abbiano capito il mio ruolo giocato nel partito e per il bene dell’Italia. Amazzone come termine non mi piace tanto, ma sono felice se Bersani apprezza il mio lavoro”. Candidarsi contro Reggi? “Non ci sarebbe nulla di strano. Rappresentiamo due anime diverse del partito”.
LE ALTRE CANDIDATURE Per il resto i rumors sono tanti circa una probabile corsa affollata. E tra questi circola voce che un pensiero potrebbe farlo anche il segretario provinciale Silva. “Mi candiderò se riterrò che ciò sia utile per il partito in questa fase” ha detto il segretario provinciale Vittorio Silva confermando che ci sta pensando. L’ex sindaco Roberto Reggi ha svolto un’analisi pacata ribadendo che sarebbe stato meglio ampliare la platea degli elettori senza tuttavia manifestare una decisione. È comunque positivo che si facciano le primarie, ha detto, scusandosi per i toni troppi duri usati in campagna elettorale.. Migliavacca non dovrà presentarsi alle primarie. L’obiettivo è arrivare alla definizione di una rosa di cinque candidati. Sulla direzione è intervenuta anche Giulia Piroli, presidente dell’assemblea provinciale: “È un fatto straordinario quello che sta facendo il Pd. Esempio di democrazia e partecipazione visto che la legge elettorale non lo consente. Ieri sera De Micheli ha confermato la sua disponibilità a candidarsi. È un bene per la città”.
LE REGOLE COMPLETE Niente firme da raccogliere per i parlamentari uscenti che vorranno candidarsi alle primarie del 29 e 30 dicembre prossimi,mentre i veterani con più di 15 anni di legislatura alle spalle, come Rosy Bindi, hanno chiesto e ottenuto alla direzione una deroga per correre alle primarie. Sono alcuni punti della bozza sulle regole delle primarie, stasera oggetto della discussione alla direzione del Pd. Pier Luigi Bersani avrà una quota riservata del 10 per cento di candidati che saranno esentati dalle primarie. Via libera della direzione del Pd alle deroghe per 10 parlamentari che hanno chiesto di poter correre alle elezioni anche se hanno fatto più di 3 mandati completi. La direzione ha votato in blocco le deroghe che sono passate con 3 astenuti e 3 contrari. Le deroghe. Si tratta di Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Beppe Fioroni, Franco Marini, Gianclaudio Bressa, Cesare Marini, Mariapia Garavaglia, Angelo Agostini, Giorgio Merlo e Giuseppe Lumia. Oltre al 10 per cento di candidati, Bersani sceglierà anche i capilista. Chi non è parlamentare uscente, per partecipare alle primarie dovrà raccogliere, a quanto si apprende, firme pari al 5 per cento degli iscritti su base provinciale o essere scelta nella rosa a disposizione delle direzioni provinciali riservata a personalità della società civile. Per tutelare la parità di genere, è prevista la doppia preferenza uomo/donna con l’obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste. Non potranno candidarsi, invece, salvo deroga concessa dal partito, gli europarlamentari, i sindaci di città superiori a 5mila abitanti, assessori e consiglieri regionali. Potranno votare alle primarie gli iscritti del Pd fino al 2011 e i votanti delle primarie del 25 novembre che dichiarino di essere del Pd.