Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito in legge. Lo ha deciso, ieri sera, la Commissione Affari Costituzionali del Senato: troppi emendamenti da esaminare e troppo stretti i tempi imposti dalla crisi di governo. Oggi i capigruppo definiscono l’agenda. Obiettivo: votare la legge di stabilità il 20 dicembre. Sempre oggi in Consiglio dei ministri il regolamento che taglia prefetture e questure in 18 città, tra le quali anche Piacenza.
Nel Piacentino si attende poi di conoscere quale sarà il futuro del referendum, indetto dalla Provincia, per il passaggio in Lombardia. Visti gli sviluppi e quindi il mantenimento dell’ente di via Garibaldi, potrebbe essere sospeso.
RIORDINO STATALE: Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha definito oggi il provvedimento “l’ultimo atto che manca per concludere il mio programma”. Sul piede di guerra sindacati di polizia e prefettizi che si oppongono al regolamento. Il testo preparato dal ministro contiene 14 articoli che ridisegnano la presenza statale nella penisola con tagli e accorpamenti di strutture. Prevista una riduzione di almeno il 20% della spesa attualmente sostenuta. Il risparmio interviene soprattutto dove c’è una cancellazione di prefettura e questura.
Il taglio netto riguarderà 18 delle 35 province che spariranno: qui il presidio di sicurezza si limiterà probabilmente ad un commissariato. Nelle altre 17 rimarranno la figura del prefetto e del questore nell’ambito di un Ufficio presidiario di pubblica sicurezza. Queste figure verranno mantenute, si legge nella relazione che accompagna la bozza di Regolamento, in territori “particolarmente vulnerabili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, del soccorso pubblico e della coesione sociale”. Ma senza accorpamento con Parma, per la nostra provincia anche questo capitolo pare ancora tutto da scrivere.