“Non avrei vinto per due mandati di seguito se la mia proposta politica non fosse stata diretta a tutti i cittadini, a chi ha votato nella sua vita centrodestra e a chi ha sempre scelto il centrosinistra. Questa è una mentalità di governo”. Roberto Reggi, l’ex primo cittadino di Piacenza e attuale braccio destro del candidato premier Matteo Renzi, ha ricordato il suo curriculum, a suo modo “storico” – è stato, infatti, il primo sindaco della città Primogenita d’Italia ad esser confermato a palazzo Mercanti – per lanciare la volata al comitato per Matteo Renzi di Castelsangiovanni.
Di fronte alla platea del centro culturale di Castello, Reggi ha chiuso l’incontro del comitato a sostegno di Matteo Renzi. In avvio è spettato a Tiziana Granata, coordinatrice locale del comitato pro-Renzi, introdurre gli interventi di Katia Tarasconi, assessore del Comune di Piacenza, del sindaco di Vernasca Gianluigi Molinari, di Pontenure Angela Fagnoni e di Podenzano Alessandro Ghisoni che hanno spiegato i perché del loro appoggio al primo cittadino di Firenze.
Rinnovamento, credibilità, taglio ai costi della politica e anche una dura critica al riordino delle province così com’è stata pensata dal Governo Monti: sono stati questi i cardini del discorso di Reggi a Castelsangiovanni. “Il cosiddetto riordino delle province ha prodotto risultati deleteri – ha attaccato Reggi – si sono create inutili tensioni e non sono stati eliminati i problemi: andavano abolite tutte, dalla prima all’ultima, e al loro posto andava pensato un coordinamento dei sindaci. Invece, oggi, abbiamo un gran numero di contenziosi e risparmi ridotti rispetto alle attese”.
Sul discorso della rottamazione, Reggi ha spiegato come “in vent’anni l’attuale classe dirigente non è riuscita a fare ciò per cui è stata eletta: stiamo peggio di vent’anni fa. Hanno fallito”. Non sono mancate da parte di Reggi anche le stoccate sui vitalizi (“fuorviante la loro abolizione dal prossimo mandato”), e sulla riforma previdenziale: “La politica deve dare il buon esempio, soprattutto quando chiede sacrifici: invece, chi ha tagliato le pensioni è chi ne accumula una sull’altra. Poi ci si stupisce che la gente si allontani sempre di più dalla politica”. Ma uno strumento per “far tornare a contare i cittadini, al di là delle logiche di palazzo e di partito, sono queste elezioni primarie: un’occasione storica per cambiare le cose”. “E se oggi sono primarie libere e inclusive, lo si deve a noi che sosteniamo Matteo Renzi, grazie al vittorioso ricorso al Garante della privacy – ha ricordato Reggi – molta più gente potrà dire la sua senza essere inserito in liste discriminatorie. Noi vogliamo cambiare l’Italia – ha concluso Reggi – e se vinceremo le primarie la cambieremo davvero”.