La Giunta regionale solleciti il Governo a procedere alle espulsioni di coloro che non hanno titolo e motivazioni per rimanere in Italia e, in particolare, in Emilia-Romagna e che continuano a essere mantenuti dallo Stato, di fatto a carico dei cittadini italiani. E’ l’invito che Tommaso Foti (Fdi-An) rivolge alla Giunta regionale in un’interrogazione, dove chiede se non si consideri non ammissibile che 100 immigrati espulsi dalla struttura di Cona siano inviati in Emilia-Romagna, dando così credito al fatto che chi non rispetta regole e norme, anziché essere espulso, è legittimato a reiterare lo stesso comportamento altrove. Di qui, la richiesta all’esecutivo regionale di esprimere al Governo “il proprio dissenso e la propria vibrata protesta”. Foti, nel testo, evidenzia che “gli extracomunitari che sbarcano sulle coste italiane sono in continuo aumento e, secondo i dati reperibili sul sito del Ministero dell'Interno, per l'anno 2016 raggiungono le 181.436 unità” e che, sempre nel 2016, il trend dell'accoglienza sul territorio nazionale ha fatto registrare un aumento rispetto al 2015 del 70%”. La gestione di questi stranieri, di competenza del ministero dell’Interno, tramite le Prefetture, “si è mostrata in più occasioni – scrive Foti – del tutto insoddisfacente" ed è risultata all’origine di proteste popolari per le modalità di distribuzione degli immigrati sul territorio anche in Emilia-Romagna, dove “sono varie le situazioni in cui si registrano rapporti anomali e inaccettabili tra il numero dei residenti in un comune o frazione e quello dei profughi o sedicenti tali che vi sono ospitati”, come a Tabiano, nel parmense, dove a fronte di una popolazione di circa 500 persone, sono stati collocati 150 profughi. Al 31 dicembre 2016, secondo i dati del ministero, erano ospitati nelle strutture temporanee dell’Emilia-Romagna, 10.428 immigrati, a cui si devono aggiungere – sottolinea Foti – i 628 ospitati nei centri di prima accoglienza e i 1.208 ospitati nei centri Sprar, per un totale di 12.259 immigrati, pari al 7% di quelli sbarcati nell'anno 2016. Il consigliere, riferendo infine di una risposta dell’assessore regionale Elisabetta Gualmini a una precedente interrogazione, ne contesta i contenuti tesi a enfatizzare il fatto che la “Regione ha contribuito e condiviso l'apertura nel luglio 2014 del primo Hub regionale in Italia che ha permesso oggettivi vantaggi nel governo della primissima accoglienza, delle procedure di fotosegnalamento, nelle attività di controllo sanitario e nella gestione programmata degli invii ai territori locali….” consentendo “di rispondere efficacemente ai flussi di arrivo e….di mantenere una costante attenzione ed aggiornamento in riferimento alle condizioni complessive dell'Hub regionale di via Mattei". In realtà, – afferma il consigliere – i fatti smentirebbero i vantaggi descritti e, mentre al 31 agosto 2016, secondo i dati forniti da Gualmini, gli immigrati presenti nell’Hub bolognese erano 342, oggi superano le 600 unità, il doppio di quanto previsto. Di qui, la richiesta alla Giunta di sollecitare il Governo perchè riveda le Intese siglate con Regioni e enti locali con obiettivi del tutto differenti “per governare il fenomeno dell'immigrazione di massa che sta assumendo sempre più l’aspetto di un'invasione di massa”.
Sulla questione interviene anche Maria Lucia Girometta, consigliere comunale di Forza Italia.
Ci rendiamo conto che ormai tutte le strutture sono sature e che ormai, anche le persone più generose e accoglienti, non giustificano più questa situazione? Finalmente anche una certa parte politica si rende conto della grave situazione che nel nostro Paese alberga per la crescente pressione migratoria che, in questi ultimi tempi, è arrivata all 'esasperazione. Niente è peggio che aver paura nella propria città, di pensare alla possibilità reale che ogni volta lasciamo le nostre case le troviamo aperte e svuotate!
Per fortuna il Prefetto Gabrielli ha emanato una circolare dove chiede di effettuare “attività di controllo straordinaria e di prevenzione con l’obiettivo di intercettare fenomeni di sfruttamento e inquinamento dell’economia del territorio legati a forma di criminalità organizzata di livello nazionale e transnazionale”. È pertanto utile e indispensabile che anche la nostra città venga presidiata fattivamente, affinché i recenti fatti e attentati vengano scongiurati e la percezione di scarsa sicurezza che tutti cittadini avvertono venga meno. Spero altresì che anche il Comitato di sicurezza, presieduto dal Prefetto, prenda seri provvedimenti in merito e il Sindaco si adoperi per ridare a Piacenza la giusta sicurezza!