Il nipote di Charles Bachofen (com’è noto uno dei più prestigiosi collezionisti ed amici di Ghittoni) ha visitato oggi la Mostra sull’artista piacentino in corso al Palazzo Galli della Banca di Piacenza. E nel corso della visita (salutato il Presidente del CdA della Banca, Nenna) David Dubois-Stevenino ha raccontato interessanti particolari sul suo parente, ministro di culto nei primi anni del secolo scorso. La famiglia Bachofen è oggi divisa tra la Svizzera e il sud della Francia, dove attualmente vive Dubois-Stevenino. Sono ancora in vita due nipoti di Bachofen: la madrina di Dubois-Stevenino e sua sorella minore.
Il Pastore Charles Bachofen, figlio di Johann Heinrich Bachofen (noto architetto che, negli anni 1850-1860, progettò alcuni edifici religiosi di Ginevra, tra cui il Tempio di Versoix e la Grande Sinagoga, considerato il suo capolavoro), effettuò i suoi studi in Teologia a Ginevra, Tubinga e Montauban. Consacrato nel 1889, nel 1890 si dedicò alla pubblicazione del suo saggio sulla ecclesiologia di Zwingli e, nello stesso anno, sposò Maria Droin – dopo un lungo fidanzamento – con la quale convisse ad Avanchet, in Svizzera.
Nel 1900, Bachofen si recò a Männedorf, nei pressi di Zurigo, dove incontrò Dorothy Trudel – una donna di grande fede, che dava ricovero nel suo ospizio a malati ed alienati, curandoli e pregando per loro – che ebbe una grande influenza su di lui.
Lo stesso anno, in conseguenza della chiamata della comunità svizzera tedesca di Livorno, venne nominato Pastore nella stessa città, dove si stabilì con la sua famiglia. Il bellissimo paesaggio livornese portò al suo temperamento artistico un grande arricchimento: vi rimase difatti sei anni, coltivando molte amicizie, in particolare con Ghittoni, dal quale acquistò dipinti e disegni.
Proprio Francesco Ghittoni venne ospitato più volte da Bachofen, presso la cui residenza a Sori il pittore piacentino diede luogo ad una cospicua produzione artistica. I suoi due quadri più significativi – Fervide preci e L’ambulanza – furono, secondo Vittorio Sgarbi, dipinti proprio lì, tra Recco e Camogli. Nel 1906, Bachofen tornò a Ginevra e ricoprì, per un paio di mesi, il ruolo di vice segretario del Concistoro, prima di essere nominato Pastore a Cartigny, dove esercitò il suo ministero fino al 1931. Sua moglie, Maria, morì nel 1911. Sempre nel corso del 1931, Charles Bachofen sposò Jeanne Albaret, una catecumena, e si trasferì a Anières-Vésenaz, in una splendida struttura immersa in un vasto parco e rivolta verso il lago di Ginevra.
Charles Bachofen morì nel 1943. Chi l’ha conosciuto parla di lui ricordandone i suoi "occhi azzurri, pieni di dolcezza […]. Occhi azzurri d’artista, che sanno vedere nella vita tutto ciò che porta bellezza… Degli occhi che rivelano una saggezza profonda… Degli occhi azzurri, chiari, quelli del credente… ". Ultimata la visita, David Dubois-Stevenino si è complimentato per la Mostra che ha definito di grande importanza e, in particolare, avendo parole entusiastiche per la Banca e per l’attenzione che riserva agli artisti della sua terra.