Minori non accompagnati, interviene il console albanese. Ma per zittire Cugini

Tutto verde, con jeans strappati, supermuscoloso e furente. Si deve essere presentato così l’assessore Stefano Cugini quando nel settembre scorso si è recato al consolato albanese di Milano insieme a un gruppo di minorenni (anch’essi albanesi) che nelle ore precedenti si erano recati in municipio per chiedere il permesso di soggiorno. Una visita provocatoria per denunciare una volta per tutte il problema dei minori non accompagnati, problema che il Comune di Piacenza non ha più la forza di risolvere. Un problema di cui si è interessata anche la trasmissione tv “Le Iene”: anche l’inviato del programma ha tentato il dialogo con l’ambasciata albanese, ma invano.

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Viene da chiedersi cosa abbia combinato Stefano “Hulk” Cugini nel corso di quella provocatoria visita, dal momento che il consolato ha deciso di diffidare l’assessore dal commettere altre azioni di questo tipo. Si legge nella lettera inviata al Comune di Piacenza: “Si chiede ai signori questori di Milano e Piacenza e ai signori prefetti di Milano e Piacenza di vigilare sull’applicazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari prendendo tutte le misure appropriate ad impedire che siano violate le stanze consolari, tutelando la persona della console”.

L’assessore aveva scritto alla console: “In caso di mancato riscontro si riserva di consegnare entro 15 giorni il minore alle autorità consolari che rappresentano a tutti gli effetti lo stato albanese in territorio italiano”. Una frase che non è piaciuta all’ambasciata: “La velata minaccia è un atto che viola la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari” e ancora “Questi comportamenti hanno istigato azioni giornalistiche contro il consolato e comportamenti del tutto illegittimi”.

Comportamenti in seguito ai quali l’ambasciata albanese chiede che sia impedito “che con atti illegittimi venga violata la persona, la libertà e la dignità della console generale della Repubblica di Albania, in totale spregio al suo status che il Paese ospitante è obbligato a tutelare”.

“Siamo nell’era della post-verità, ormai essere dalla parte giusta o sbagliata, dire la verità o bugie, sperare nella legge o esserne vittima, sembrano variabili dipendenti dal momento e dagli attori in campo. Così capita che, mentre ancora stai a sfregarti le mani per il bel servizio delle Iene, pensando a come capitalizzare tanta improvvisa notorietà, provando a dare un contributo perché finalmente si risolvano questioni grottesche, muri di gomma, falle di legge, ecco che ti arriva una bella diffida su carta intestata di uno studio legale milanese per violazione della Convenzione di Vienna!” commenta Cugini.