“Oggi è il momento di ripartire da quel 41% che ha votato SI alle riforme e che sostiene l’esigenza di un forte cambiamento, uniti nella convinzione che il Partito Democratico con il suo segretario Matteo Renzi sia l’unica forza politica in grado di coniugare innovazione politica, competenza e capacità di governo delle quali il nostro Paese ha fortemente bisogno”. Così commentano l’esito del referendum Loris Caragnano, segretario provinciale Partito Democratico di Piacenza, e Paolo Sckokai, segretario cittadino Partito Democratico di Piacenza.
“Con il referendum di ieri si è conclusa una lunga campagna elettorale nella quale il Partito Democratico ha animato numerosissime iniziative in tutta la provincia di Piacenza a sostegno del SI alla riforma costituzionale. Durante questo intenso percorso si sono avvicinate al Pd numerose cittadine e cittadini motivati da entusiasmo e genuino interesse alla politica, con la volontà di approfondire la riforma entrando nel merito delle questioni”.
“A tutti i volontari, vecchi e nuovi, giovani e meno giovani, esperti o meno che si sono impegnati con dedizione e passione senza mai perdere slancio anche di fronte a sondaggi avversi, va il nostro sincero ed affettuoso ringraziamento. Il risultato è inequivocabile ed a favore del NO ed anche l’altissima partecipazione al voto conferisce un valore indiscutibile all’esito di questa consultazione elettorale. Al di là del rammarico per non poter vedere realizzata una riforma del sistema istituzionale che avrebbe portato numerosi benefici al funzionamento del nostro Paese, rimane la soddisfazione per aver potuto avvicinare tante persone nuove alla politica e pronte a continuare l’impegno politico e nella vita pubblica: questo è un patrimonio che il Partito Democratico non può disperdere”.
“A Piacenza il SI ha raccolto un paio di punti percentuali in più rispetto alla media del Paese, confermando che a livello locale si riflette il dato nazionale. Non possiamo che condividere la scelta del Segretario nazionale Matteo Renzi di aver rassegnato le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio: un mandato di governo fondato su una forte vocazione innovativa e riformista non poteva che interrompersi una volta bocciata la riforma più importante che sia stata fino ad ora proposta, ovvero quella della Costituzione. La scelta di Matteo Renzi è unica nel suo genere ed è resa ancora più coraggiosa dal fatto che è l’unico Presidente del Consiglio che si è dimesso senza ricoprire la carica di parlamentare e quindi senza avere quel paracadute politico del quale i precedenti capi di governo hanno sempre potuto beneficiare”.