Nuovo ospedale a Piacenza: “Con tutte le emergenze importanti che abbiamo quotidianamente sul nostro territorio, non esistono davvero altre priorità?”. Se lo chiede il consigliere comunale del Piacentini per Dosi Andrea Tagliaferri che avanza più di un dubbio in merito alla costruzione di un nuovo complesso sanitario: “L’attuale nuovo Polichirurgico è da poco tempo stato completato e il Pronto Soccorso è stato ristrutturato da nemmeno un anno, e ci si viene a proporre di rifare tutto da capo? Con un nuovo complesso in costruzione e la necessità di non abbandonare l’esistente? E basteranno gli stanziamenti? E quanto tempo si prevede di dover utilizzare? Faremo la fine del cantiere dell’ospedale”.
IL COMUNICATO DI ANDREA TAGLIAFERRI
Il comune di Piacenza ha di recente approvato il proprio strumento di pianificazione (PSC), nel quale non figura alcuna previsione di un nuovo ospedale. Come nasce allora questa idea? Investire oggi più di 200 milioni di euro dello Stato, attraverso la Regione, per un nuovo ospedale, quando le liste d’attesa per le analisi sono, malgrado le dichiarazioni ufficiali, lunghissime (tanto quanto l’attesa al pronto soccorso) è anacronistico.
Immagino che nessuno sarà mai contrario ad un investimento di tale cifra e soprattutto per un nuovo ospedale qui a Piacenza, ma occorre parlar chiaro: con tutte le emergenze importanti che abbiamo quotidianamente sul nostro territorio, non esistono davvero altre priorità? L’attuale nuovo Polichirurgico è da poco tempo stato completato e il Pronto Soccorso è stato ristrutturato da nemmeno un anno, e ci si viene a proporre di rifare tutto da capo? Con un nuovo complesso in costruzione e la necessità di non abbandonare l’esistente? E basteranno gli stanziamenti? E quanto tempo si prevede di dover utilizzare? Faremo la fine del cantiere dell’ospedale di Fiorenzuola d’Arda? Ecco perché nessun politico piacentino si è mai speso per questo nuovo ospedale. Del resto la Conferenza dei Servizi dei sindaci, che è l’organo della programmazione sanitaria provinciale, non aveva mai pensato ad un nuovo nosocomio, ed è stata completamente scavalcata. Evidentemente questo organo che conosce bene le esigenze del territorio è consapevole del fatto che i problemi sono altri, e che forse pensare ad un nuovo ospedale non sia la soluzione corretta.
Gli stanziamenti regionali sono destinati ad ogni singolo progetto, 2 in tutta la regione, per la sola costruzione e non per la ristrutturazione. Noi avremmo sì bisogno di ulteriori interventi di adeguamento strutturale, ma quei 200 milioni di € possono solo finanziare nuove costruzioni.
Un ospedale, i cittadini lo sanno, si qualifica in primo luogo per i servizi che eroga, prima ancora del contenitore in cui opera. E allora si punti decisamente in questa direzione, e magari si conterranno i fenomeni di pendolarismo in uscita verso altre province e regioni.
Chi ci garantisce infatti che l’investimento migliori nettamente le prestazioni ospedaliere e riduca drasticamente i tempi di attesa? Ribadisco quindi che siano i contenuti a fare il contenitore e non viceversa.
Dimentichiamo fin da subito la fantasiosa idea di mettere il nuovo ospedale nella ex Pertite, che oltre a diventare l’ennesimo episodio di consumo di suolo andrebbe a togliere l’ultimo polmone verde fruibile della città. Prima di delocalizzare la struttura ospedaliera, dobbiamo capire cosa faremo di quello attuale. Se si vuole valorizzare il centro storico, sicuramente non ci si può lasciare alle spalle un chilometro di fabbricati in abbandono e degrado, al quale andremo incontro se abbandoneremo il Guglielmo da Saliceto, senza che nessuno, ripeto, nessuno, ci dica cosa farne quando avremo il nuovo in periferia.