Delegazione piacentina alla settima edizione della Leopolda a Firenze

Anche una delegazione piacentina presente a Firenze alla settima edizione della Leopolda che quest’anno aveva come slogan “E adesso il futuro”. Hanno seguito la tre giorni: Katia Tarasconi, Carlo Berra, Emilio Pagani, Rossana Galvani, Cinzia Agnoli, Sabrina Silva, Manuela Maggi, Emanuela Pardi e Sara Vigorita. Con lo sguardo già rivolto alla prossima convention renziana già fissata dal 20 al 22 ottobre 2017, il Premier sul palco nel suo intervento conclusivo ha affrontato diversi temi come le elezioni americane, il G7 a Taormina, il vertice a Roma del prossimo marzo per riscrivere i trattati europei. Al centro del discorso non poteva mancare il referendum costituzionale davanti a una Leopolda gremita. “Mancano 28 giorni – ha detto Renzi – chi vota e sostiene il Sì ha un progetto di futuro e una visione di Paese. Nelle ragioni del No non c’è alcuna alternativa: chi dice che si poteva fare meglio, perché non l’ha fatto prima?” Infine, l’invito ai presenti: “continuate a parlare dei punti della riforma a chi vi sta davanti e chiarite i dubbi, conto su di voi”. “E’ un appello – hanno detto i piacentini – che accogliamo volentieri, infatti continueremo ad essere presenti sul territorio con banchetti informativi e con serate a tema aperte a tutti per parlare del quesito referendario”.

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Nel corso della convention sono stati organizzati tavoli di lavoro con i ministri e si sono susseguite testimonianze di gente comune e interventi politici. A spiccare quello dello scrittore e psichiatra Massimo Recalcati, con la sua riflessione sulla “fascinazione masochistica del no” e sul significato di “ereditare”. Un affondo che ha preceduto quelli a più riprese di Renzi: “E’ insopportabile il corteo di padri che non sanno imparare dai figli, sanno solo far loro lezioni ed essere saccenti – ha affermato Recalcati che ha poi aggiunto: “insieme alla saccenza, il paternalismo porta con sè l’impotenza di non aver fatto niente per trent’anni per i propri figli”. Affermazione che si è guadagnata la standing ovation della sala. Per questo: “E adesso il futuro”.