I beni confiscati alla mafia a disposizione dei profughi, Lega: “Una vergogna”

"Ancora una volta la Regione Emilia Romagna si dimostra pronta a rispondere alle esigenze degli ultimi arrivati e sorda davanti a quelle della sua gente". Così Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega Nord attacca duramente la maggioranza che governa la Regione dopo il voto favorevole sul testo che permette di utilizzare i beni confiscati alla mafia per la gestione dei richiedenti asilo. “Mi riferisco – spiega  Rancan – alla disposizione presente nel  'testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili' che fa si che i beni confiscati alla mafia possano essere utilizzati per la gestione dei richiedenti asilo. Alla faccia dei nostri cittadini che magari ne avrebbero bisogno".

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"Insomma – attacca Rancan – è l'ennesima misura razzista che crea dei pericolosi privilegi a favore dei clandestini considerando che queste persone vengono catapultate sul nostro territorio senza una logica. Tutto – aggiunge – nella totale miopia della Regione Emilia Romagna che continua a vessare quei cittadini  che pagano le tasse sul nostro territorio e che fino ad ora hanno contribuito a creare e formare la nostra società. Una vergogna contro la quale diciamo un 'no' forte e chiaro".

“Una posizione chiara e decisa come quella che abbiamo assunto chiedendo di modificare la legislazione nazionale antimafia. E' infatti pressoché incontestabile oltre che avvallato da risultanze giudiziarie e approfonditi studi e ricerche in materia criminale che una delle principali cause per cui il contagio mafioso delle organizzazioni criminali tipiche dell’Italia Meridionale si è diffuso e ramificato nel Nord Italia e quindi anche in Emilia-Romagna è il forzoso invio di numerosi criminali in soggiorno obbligato o altre misure simili previste dalla legislazione antimafia in comuni di quella parte del Paese prima immuni da quel tipo di criminalità. Anche il fenomeno del falso pentitismo – continua -, per cui collaboratori di giustizia sottoposti a speciali misure di protezione unitamente a familiari e congiunti in comuni del Nord Italia continuano nei posti dove soggiornano a commettere attività illecite, ha sicuramente contribuito a diffondere in tali zone d’Italia il contagio mafioso. Per questo – conclude – abbiamo invitato la Giunta a costruire una rete sinergica di collaborazione tra le autorità giudiziaria e di pubblica sicurezza e le pubbliche amministrazioni del territorio regionale per migliorare la vigilanza e i controlli sui mafiosi soggiornanti in Emilia-Romagna per disposizione dell’autorità giudiziaria in modo da meglio monitorare che non proseguano o comunque attuino attività criminali, ma purtroppo la maggioranza ha bocciato il nostro documento".