No secco alle due proposte di fusione nel piacentino. Bettola, Farini e Ferriere hanno detto stop rispettivamente con il 67,45% (833 voti), il 52,64% (279 voti) e il 75,12% (465 voti). Il no di Ponte dell’Olio e Vigolzone si è tradotto con due percentuali intorno al 60%: 60,03% Ponte dell’Olio (1.167 voti) e 59,14% Vigolzone (954 voti).
“Un’occasione irripetibile, un treno che purtroppo non passerà più – ha commentato il sindaco di Vigolzone nonché presidente della Provincia Francesco Rolleri – sarebbero stati 900mila euro all’anno per Vigolzone – Ponte dell’Olio, per dieci anni. I cittadini hanno deciso di mantenere gli attuali confini amministrativi, ora la speranza è che tutte le forze che in questi mesi si sono interessate al bene comune continuino a farlo stando vicino all’amministrazione con un’opera di stimolo e di aiuto perché sicuramente ne avremo bisogno”.
Stesso rammarico per il sindaco di Bettola Sandro Busca: “Ha vinto il no e ha perso la nostra terra. Ha vinto il no al futuro, perché le difficoltà aumentano proprio per il permanere della frammentazione e delle divisioni. Tutti ammettono che lo status quo non è sostenibile però poi non si vuole cambiare. E’ stata chiusa la porta al nuovo per paura e per incertezza: ne prendiamo atto, però dobbiamo fare delle riflessioni, dobbiamo fare un ragionamento sulla cultura della nostra gente per far capire che stando così il nostro territorio non ha prospettive, aumentano le difficoltà e diminuiscono le possibilità per le imprese e per i giovani che vogliono continuare a vivere nel territorio”.
Foti (FdI-AN): "Una bella batosta per la Giunta Bonaccini"
"I risultati dei referendum consultivi sulle proposte di fusione di alcuni comuni in Emilia-Romagna dicono chiaramente che non ci sono più capi bastone, né capi partito, in grado di condizionare ed indirizzare l'opinione pubblica. Parimenti lasciano indifferenti i cittadini i contributi economici promessi e le narrazioni di sindaci di comuni fusi, volte a delineare quadri di felicità, contraddette dalla realtà di tutti i giorni.", lo sostiene Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale nell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna. "E' una bella batosta anche per la giunta Bonaccini – prosegue la nota – che richiamata in più occasioni dall'opposizione di centrodestra a modificare un quadro normativo tanto burocratico quanto privo di originalità, si è arroccata nel promuovere la fusione dei comuni quale momento magico per elargire agli stessi mancette extra e una qualche priorità nella valutazione dei progetti."
"Quanto ai risultati in provincia di Piacenza – evidenzia Foti – non vi è dubbio che l'avere affrettato i tempi solo ai fini di ottenere maggiori contributi economici non ha portato bene. E' chiaro che gli elettori vogliono capire cosa comporti esattamente una fusione, anche in termini di successiva rappresentanza del proprio territorio nell'eventuale nuovo comune. Insomma, il consenso non lo si conquista con i soldi, ma con le idee".
"Ne segue che, in un quadro di così desolante stimolo politico e di piattume amministrativo – aggiunge Foti – non poteva che prevalere la voce di chi ai soldi antepone la tradizione civica comunale."
"Non resta che augurarsi – conclude il capogruppo di Fdi-AN – che si apra oggi una fase di riflessione volta a cambiare pagina in Regione: le unioni dei comuni, come i progetti di fusione, devono avere a fondamento uno slancio ideale e comunitario, che la logica fredda dei finanziamenti cancella, così coniugando una tradizione identitaria con la capacità di guardare al futuro."
LA REGIONE: "SARA' RISPETTATA LA VOLONTA' DEI CITTADINI"
Il referendum day sulle fusioni in Emilia Romagna consegna un nuovo Comune unico. Altre quattro fusioni hanno dato invece esito negativo, nonostante vi siano anche Comuni in cui il sì abbia prevalso. La sesta, quella che riguarda il riminese, richiederà un ulteriore confronto con le amministrazioni locali, anche se ha scelto il sì sia una netta maggioranza dei votanti totali, che la maggioranza dei Comuni coinvolti.
Ieri erano chiamati alle urne 61.500 cittadini in cinque province. Il sì è stato netto nel ferrarese dove i votanti hanno approvato l'unione tra Mirabello e Sant'Agostino e scelto di istituire il nuovo comune di Terre del Reno. Nel riminese, invece, Mondaino e Montegridolfo hanno scelto il sì, mentre Saludecio ha optato per il no. Lasciando l'esito finale in mano alla decisione dell'Assemblea legislativa. Esito negativo per gli altri Comuni: tre nel bolognese, Borgo Tossignano, Fontanelice e Casalfiumanese (contrari i primi due); tre nel reggiano, Campegine, Gattico e Sant'Ilario d'Enza (contrari i primi due). Un no netto dal piacentino. Sia tra Bettola, Farini e Ferriere, sia tra Ponte dell'Olio e Vigolzone.
"Sono referendum consultivi- è il commento dell'assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti- che fanno parte del percorso per eventuali fusioni, proprio per dare l'ultima parola ai cittadini. Non vogliamo imporre nulla ai territori. La Regione mette a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire questo percorso di partecipazione. Il nostro obiettivo è sempre quello di fornire i migliori servizi, cercando di mantenere, ove possibili, costi sostenibili. I risultati sono stati diversi, ovviamente dove ha prevalso il no sarà rispettato il volere dei cittadini. Dove invece la posizione non è risultata netta, ci sarà un impegno anche con i territori per un ulteriore confronto. Ricordiamo che il nuovo comune del ferrarese, Terre del Reno, potrà contare su contributi per un totale di quasi 11 milioni di euro nei prossimi 15 anni. Quest'ultimo- chiude Petitti- sarà il nono nuovo Comune unico istituito negli ultimi due anni derivante da processi di fusione, che complessivamente hanno riguardato 24 Comuni che hanno scelto la strada dell'aggregazione".
REFERENDUM FUSIONE IN ALTA VAL NURE, RANCAN (LN): «SCHIAFFO AL CENTROSINISTRA IN REGIONE»
«L’alta Val Nure dimostra che i diktat imposti dalle istituzioni non sono graditi ai cittadini. Pertanto, per evitare sprechi di risorse in studi sulle fattibilità di fusioni comunali che verranno poi bocciate dagli elettori, i sindaci imparino a soppesare attentamente tutti i pro e i contro». Così Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega Nord, sul voto referendario che ha respinto l’ipotesi di accorpamenti dei comuni di Bettola, Farini e Ferriere in un unico soggetto amministrativo.
«La Lega – prosegue l’esponente del Carroccio, già relatore di minoranza del progetto di legge sulla fusione in alta Val Nure – aveva già messo in guardia sui possibili danni derivanti da un eccessivo accentramento e dalla perdita di servizi per la montagna valnurese, un territorio di 400 chilometri quadrati. Mesi di campagna elettorale con mirabolanti promesse a nulla sono serviti alle forze politiche di centrosinistra, che eseguono gli ordini della Regione, a far passare la fusione: ad esse è andato lo schiaffo di una popolazione che ha preferito salvaguardare la propria realtà locale in un momento di forte difficoltà. L’episodio ha inoltre provato che dare la parola ai cittadini è uno strumento utile per chi vuole governare bene».