“Un salto nel buio”, così il gruppo “Amici per il NO” di Vigolzone e il gruppo “Cittadini per il NO” di Ponte dell’Olio commentano la possibile fusione tra i due Comuni. Fusione sulla quale la cittadinanza si pronuncerà con un referendum. Pubblichiamo il comunicato.
IL COMUNICATO
Siamo ormai agli ultimi giorni prima del referendum consultivo che chiama al voto i cittadini di Vigolzone e Ponte dell’Olio per decidere se approvare o meno il progetto di fusione dei due comuni sotto un unico territorio e un’unica amministrazione. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un dibattito onesto ed equilibrato da parte dei gruppi e comitati che si sono costituiti sia contro, sia a favore della fusione e questo permette di elogiare entrambe le parti per la “sportività” dimostrata.
I gruppi per il NO di Ponte dell’Olio e di Vigolzone intendono riassumere un’ultima volta le ragioni che li pongono in opposizione al progetto di fusione chiedendo ai cittadini di entrambi i comuni la massima partecipazione alla votazione.
Come già precisato in altre sedi siamo gruppi di cittadini non legati ad alcuna corrente partitica o politica. Siamo persone accomunate da un forte sentimento di amore per il nostro territorio, per le associazioni che vi fanno parte e che lo arricchiscono, per i cittadini che lo abitano e per tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono quotidianamente a renderlo bello e sereno.
Con questi sentimenti abbiamo analizzato i vantaggi e gli svantaggi del nuovo comune da diversi punti di vista, tenendo conto degli aspetti positivi e di quelli negativi. Abbiamo studiato le situazioni di comuni che si sono già fusi nella nostra Regione, quali erano le loro condizioni prima della fusione e cosa sono diventati dopo la fusione (esistono tesi di laurea e studi in merito). Con l’intento di simulare un ipotetico scenario futuro del Comune fuso tra Vigolzone e Ponte dell’Olio ci siamo accorti di molte importanti diversità tra i due attuali territori che, in caso di vittoria del SI, porteranno a difficoltà organizzative e dispendio di risorse (contributi e risparmio). Le nostre richieste delle settimane scorse, anche pubbliche, di un dettaglio di spese per la fusione, per verificare che i contributi e i risparmi siano sufficienti, sono state interpretate come polemica, e ci dispiace: ci riferiamo al progetto del nuovo comune e sulle stime di spesa dei contributi provenienti da Stato e Regione. I gruppi per il No e per il Si non hanno tutti gli strumenti necessari per farlo, ma gli amministratori, che hanno voce in capitolo, si; i comitati possono fare solo delle ipotesi e noi ci siamo spinti davvero molto avanti per riuscire a capire quale futuro potrà avere il nostro territorio. Purtroppo il “salto nel buio” che abbiamo citato in più di un’occasione è praticamente calcolato.
Il domani del nostro territorio è legato a chi amministra ora e non a quanto sarà virtuoso chi amministrerà un territorio ampio e popoloso nel futuro. I comitati per il NO di Vigolzone e Ponte dell’Olio pongono l’accento anche sul fatto che il dimezzamento del numero amministratori, unito al raddoppio delle dimensioni territoriali, rappresenterebbe un aspetto molto negativo per i due paesi che andrebbero a fondersi. La questione riguarda sia l'aspetto prettamente gestionale, nel senso che risulta maggiormente difficile gestire e controllare qualcosa dalle dimensioni notevoli quando si è numericamente in pochi, sia l'aspetto umano, inteso questo come il necessario contatto che deve esserci tra la cittadinanza e le istituzioni fisiche (in primis il Sindaco). Ad aggravare la situazione futura aggiungiamo che nei primi due anni la nuova amministrazione dovrà concentrarsi sulle attività di costruzione del comune fuso e sarà quindi costretta a tralasciare questioni legate allo sviluppo territoriale e al benessere dei cittadini. In questo periodo di tempo, non breve, rischiamo di “restare indietro”.
Ci sentiamo di ribadire ancora una volta che molti comuni nati da fusioni avevano alle spalle esperienze di convenzioni e partecipazione ad una stessa Unione. Questo significa che prima della fusione, questi paesi avevano già messo in comune alcuni servizi e il loro accorpamento sotto un unico comune ha permesso di completare questo progetto. Vigolzone e Ponte dell’Olio non fanno parte della stessa Unione, pertanto è necessaria una riorganizzazione partendo da zero. Inoltre le rispettive unioni vivrebbero un periodo di disequilibrio in attesa che il nuovo comune decida a quale delle due partecipare. Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con la fusione sono già ottenibili allo stato attuale: la condivisione dei servizi, delle funzioni e del personale, con la seguente suddivisione di oneri organizzativi e costi economici, si può realizzare mediante un semplice strumento quale è la convenzione o, in alternativa, con le più strutturate Unioni di Comuni. La differenza tra queste due modalità e la fusione è che le prime consentono alle singole comunità di mantenere la propria autonomia decisionale e amministrativa, mentre con la seconda ne vengono spogliate.
Siamo consapevoli del fatto che i nostri territori sono effettivamente confinanti per un lungo tratto, alcune frazioni di Vigolzone gravitano su Ponte dell’Olio e quindi le due popolazioni sono “abituate” ad incontrarsi nella vita quotidiana. Ma questo è sufficiente per fondere due paesi in uno solo? Allo stato attuale alcune associazioni presenti nei due territori vedono la partecipazione di cittadini di entrambi i comuni. Per questo dobbiamo considerarci un’unica comunità? A nostro avviso NO. La recente storia dimostra che la “competizione” tra i due paesi ha portato a miglioramenti da entrambe le parti e i due comuni sono attualmente considerati “virtuosi” sotto molti punti di vista. A nostro avviso, la fusione in un comune unico significherebbe far venir meno questo stimolo di miglioramento.
Concludiamo dicendo che la nostra posizione è fortemente ispirata dal desiderio di dare un futuro certo al territorio di Vigolzone, Ponte dell’Olio e della Val Nure perché non è dall’accorpamento di comuni che si ottiene il miglioramento della nostra vallata, ma dal favorire la collaborazione di tutte le realtà presenti.