I consiglieri regionali Katia Tarasconi (Pd), Tommaso Foti (Fd’I), Gian Luigi Molinari (Pd), Matteo Rancan (Lega Nord) intervengono in merito alla questione dell'aeroporto di San Damiano e allo stanziamento di 12 milioni da parte della Regione all'aeroporto di Parma. Secondo i consiglieri piacentini non è troppo tardi per pensare a uno scalo commerciale anche a Piacenza: “L’assessore Donini non ha detto no a Piacenza, se ci saranno i privati disposti a fare degli investimenti non ci sarà alcun impedimento a proseguire”. D'altra parte i piacentini affermano: " Piacenza il centro del trasporto, Parma è la periferia. E non vogliamo neppure infierire sui risultati deludenti che il Verdi ha ottenuto con il trasporto passeggeri”.
IL COMUNICATO
“Non ci siamo mai pronunciati negativamente sull’aeroporto di Parma, vorremmo che gli altri facessero altrettanto con noi sul progetto di S. Damiano. Sarà il mercato a decidere, non la politica”. Replicano in coro bipartisan i consiglieri regionali piacentini Tarasconi (Pd), Foti (Fd’I), Molinari (Pd) e Rancan (Lega Nord), alle varie dichiarazioni che si sono susseguite, dopo la presentazione ufficiale del piano di sviluppo dell’aeroporto Verdi di Parma.
“A chi dice che sia tardi rendere operativo S. Damiano sul dual use, considerato che il decreto aeroporti sia del settembre 2015, e che S. Damiano non sia inserito al contrario di Parma, Bologna e Rimini, noi ricordiamo che il 50° Stormo ha lasciato ufficialmente la struttura il 15 settembre scorso, prima non sarebbe stato possibile avanzare alcuna proposta”. Non siamo interessati a valutare la decisione della Regione di stanziare 12 milioni di euro a una società privata per allungare la pista del “Verdi” e che ci vorranno circa due anni per rendere l’infrastruttura a tutti gli effetti operativa, al contrario di S. Damiano che è già pronto all’uso”.
“Non comprendiamo inoltre – incalzano i consiglieri – le dichiarazioni del direttore generale del “Verdi” che decanta le potenzialità dello scalo di Parma rispetto a quello di Piacenza. Anche in questo caso ricordiamo che è la nostra città lo snodo ferroviario e stradale per eccellenza. Sembra che qualcuno voglia addirittura privarci della collocazione geografica che rende chiaro e scontato ogni ragionamento a riguardo: è Piacenza il centro del trasporto, Parma è la periferia. E non vogliamo neppure infierire sui risultati deludenti che il Verdi ha ottenuto con il trasporto passeggeri”.
“Parma – affermano Tarasconi, Foti, Molinari e Rancan – vuole fare l’asso pigliatutto forzando una vocazione che non ha: negare l’evidenza è sbagliato. Del resto anche quando si partì con il progetto del terminal ferroviario ci fu detto di non farlo perché già presente a Bologna e a Parma; eppure oggi il traffico Intermodale esistente a Piacenza è di gran lunga maggiore rispetto alle altre città. E non è certo un caso se Ikea, Amazon e Unieuro non abbiano scelto Parma per il posizionamento delle loro attività. Ogni chilometro in più percorso da una merce è un costo aggiuntivo. In questo modo si sviluppa soltanto il fenomeno conosciuto dagli operatori come turismo delle merci e Parma è troppo lontana da Milano per pensare di erodere quote di mercato dell’area milanese”.
In riferimento alle dichiarazioni dell’assessore regionale competente, i consiglieri puntualizzano: “L’assessore Donini non ha detto no a Piacenza, se ci saranno i privati disposti a fare degli investimenti non ci sarà alcun impedimento a proseguire”. Replica, infine, ai 5stelle piacentini: “Pur di appoggiare la linea di Parma amministrata da un (ex) Cinquestelle sono disposti a sacrificare un progetto che darebbe beneficio alla loro provincia”. A questo proposito l’appello alle istituzioni locali ed economiche: “se manifesteranno il loro sostegno – dichiarano i consiglieri – noi andremo avanti. Non è una battaglia contro Parma, sia chiaro, è un progetto per Piacenza: se si fosse fatto gioco di squadra già vent’anni fa, avremmo ottenuto risultati importanti”. Infine, “come fatto a Verona, Pisa, Brindisi e Trapani, solo per citare alcuni degli aeroporti militari che hanno ottenuto l’uso promiscuo, siamo certi che tutti i rappresentanti istituzionali, a partire dal Governo, passando per Regione e Provincia fino ad arrivare all’importante ruolo Sindaci, sapranno collaborare per la buona riuscita di questo progetto”.