I criteri individuati per la refusione dei danni subiti da cittadini e imprese a causa delle avversità atmosferiche che hanno colpito le province di Piacenza e Parma tra il 13 e il 14 settembre 2015, sono oggetto di un question time di Tommaso Foti (Fdi-An) discusso in Aula assembleare. Il capogruppo di Fdi-An ha evidenziato come tali criteri siano particolarmente penalizzanti per cittadini e imprese, in particolare perché “vengono esclusi dai risarcimenti i danni relativi alle pertinenze degli edifici, ai fabbricati in corso di costruzione, ai beni mobili registrati (es. autoveicoli) nonché viene fissata una somma complessiva massima di risarcimento per le attività produttive del tutto insufficiente”. Il consigliere, pertanto, ha chiesto alla Giunta regionale di “intervenire sul Governo e sul capo della Protezione civile per rivedere i criteri di ammissibilità ai risarcimenti”.
Il sottosegretario alla presidenza, Andrea Rossi, ha risposto che “l’esclusione delle pertinenze (limitatamente a quelle distinte dagli immobili principali), dei beni mobili registrati e dei fabbricati in costruzione deriva da valutazioni di priorità che hanno privilegiato le unità immobiliari abitate e abitabili alla data degli eventi calamitosi, a fronte di una disponibilità finanziaria complessiva che lo Stato si è impegnato ad assicurare nella misura massima del 50% dei danni accertati”.
Foti si è dichiarato insoddisfatto della risposta, in quanto analizzando nel dettaglio i criteri di risarcimento si evince come “il rapporto tra l’ammontare del danno e quello del rimborso non sia della metà ma di un terzo, vale a dire un rapporto inferiore all’IVA”.