Ha un duplice primato: è il più piccolo comune dell’Emilia-Romagna ed è il più alto capoluogo della provincia di Piacenza. E proprio da Zerba, questa mattina, è partita la visita del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, poi proseguita a Cerignale ( il secondo più piccolo in regione).
Un’occasione per incontrare i due sindaci, Claudia Borrè e Massimo Castelli, e le comunità di due dei centri piacentini che, il 13 e 14 settembre del 2015, furono colpiti dall’alluvione. E per fare un bilancio del lavoro svolto per la messa in sicurezza del territorio e il ritorno alla normalità.
“A distanza di un anno, siamo orgogliosi di poter dire che sono stati stanziati oltre 29 milioni di euro, di cui circa 19 dalla Regione- ha sottolineato il Bonaccini-. Di queste risorse, 5,3 milioni di euro sono state destinati alla Val Trebbia. Fondi a cui si aggiungono 45 milioni per i rimborsi ai privati. Abbiamo visto con i nostri occhi, anche assieme al presidente del Consiglio, quanti danni abbia causato quell’alluvione. Avevamo promesso che la risposta sarebbe stata il più possibile rapida, ce l’abbiamo messa tutta, anche grazie all’impegno delle istituzioni locali e delle comunità. Dopo dodici mesi- ha aggiunto- in Val Trebbia abbiamo già investito il 75% delle risorse disponibili che complessivamente hanno finanziato 59 cantieri. Adesso andiamo avanti, per lavorare sempre più in fase di prevenzione”.
I principali cantieri finanziati
Numerose le opere finanziate. Tra i prossimi lavori destinati a partire, a Cerignale, l’intervento di ripristino della viabilità d’accesso alla frazione di Lisore; a Coli e Bobbio la sistemazione morfologica del torrente Trebbia tra le località Pradella, Mezzano Scotti e Cassolo; a Coli la sistemazione del cimitero di Aglio e la manutenzione straordinaria di opere idrauliche sul Trebbia, sul torrente Perino e su affluenti minori; a Cortebrugnatella la manutenzione straordinaria di opere idrauliche sul Trebbia e sul torrente Cordarezza.
A Zerba già concluso l’intervento di ripristino della viabilità in località Lisamara, sulla strada tra il comune e la chiesa, dove un canale era esondato provocando un allagamento con accumulo di massa, ghiaia e tronchi. Un altro cantiere è stato realizzato a Fontana, con il ripristino della strada comunale ad uso forestale turistico fino alla strada per la diga Boreca.
Rilancio dell’Appennino: dalle aree boschive alla banda ultra larga
Ma i fondi stanziati per il territorio piacentino non sono solo legate all’alluvione. “Proprio in questi giorni si è chiuso il primo bando per la forestazione, che ha assegnato alla provincia di Piacenza oltre 1 milione di euro per realizzare dieci interventi destinati alla tutela delle aree boschive- ha sottolineato Bonaccini-. Poi c’è il Programma regionale per la montagna: a disposizione per la legislatura ci sono 700 milioni per il rilancio del nostro Appennino. Destinati alla difesa del territorio, allo sviluppo delle imprese, dell’agricoltura e del turismo, alla diffusione della banda larga e ultra larga. Perché rafforzare la montagna significa rafforzare anche la nostra regione”.
Risorse che sono in arrivo anche a Piacenza. Alle 5 Unioni di comuni comprendenti zone montane presenti nella provincia – che coprono un territorio di oltre 1.180 chilometri quadrati dove vivono più di 20.400 persone – sono stati attribuiti 643 mila euro dal Fondo regionale per la montagna del 2016. Nel dettaglio: 273 mila euro all’Unione montana Valli Trebbia e Luretta; oltre 28 mila euro all’Unione dei comuni Valle del Tidone; più di 215 mila euro all’Unione montana Alta Val Nure; 38 mila 557 euro all’Unione Valnure Valchero; circa 88 mila euro all’Unione dei comuni montani Alta Val d’Arda.
L’Appennino è inoltre al centro delle politiche regionali sulla diffusione delle infrastrutture digitali. Il presidente della Regione ha ricordato l’importante accordo siglato con il ministero dello Sviluppo economico, che mette a disposizione oltre 250 milioni per portare entro il 2020 la banda ultra larga a cittadini, imprese e scuole dell’Emilia-Romagna, soprattutto nei luoghi dove gli operatori delle telecomunicazioni non intendono investire, in quanto considerati non redditizi.
“Avevamo scritto nel programma che avremmo portato la banda ultra larga da Piacenza fino a Rimini, da Zerba a Pennabilli. Grazie a questa intesa, possiamo dire che raggiungeremo certamente l’obiettivo”.