“Ribadirlo con forza ancora una volta: il referendum che si terrà a dicembre non è né di sinistra né di destra, non è una sfida interna tra guelfi e ghibellini, non è una prova di forza tra Renzi e il Pd, non è un braccio di ferro con gli altri partiti. Se sembra questo bisogna necessariamente invertire la rotta: in verità siamo chiamati ad esprimerci su una riforma costituzionale che ci riguarda tutti e non può attendere oltre”. Fermi su questa posizione i vertici del Pd piacentino hanno dato vita ad una serata di approfondimento e riflessione al quartier generale di via Roma con il segretario regionale Paolo Calvano che ha incontrato i segretari di circolo e la direzione provinciale per parlare anche della costituzione dei comitati per il Sì alla riforma.
"Il partito – ha dichiarato Loris Caragnano – ha il dovere di far emergere la propria linea in un'ottica propositiva e non disgregativa. Comprendiamo ora più che mai quanto sia importante da parte nostra uno sforzo capillare per raggiungere l'elettorato e far capire a pieno le ragioni del Sì". è un patto di lealtà nei confronti non solo di chi ci ha votato, ma di tutti". A fargli eco Paolo Calvano: "i prossimi mesi saranno fondamentali per parlare, ragionare e riflettere, intendiamo quindi stimolare la creazione di comitati composti da comuni cittadini perché siamo convinti che questa riforma possa far funzionare meglio il Paese. L'obiettivo è agire sulla seconda parte della Costituzione per applicare meglio la prima".
Nel corso della serata sono stati sviscerati i punti del referendum: “Con il sì finirà la cosiddetta navetta parlamentare ossia quell'estenuante rimbalzo di decisioni tra le Camere che troppo spesso ha causato ritardi inaccettabili nell'approvazione di norme urgenti. Una sola Camera voterà la fiducia e saranno finalmente ridotti i costi: il Senato diverrà una sorta di Camera delle autonomie e i senatori passeranno da 315 a 100. Questa seconda Camera sarà composta da sindaci e da consiglieri regionali che non percepiranno alcuna indennità e che avvicineranno lo Stato agli enti locali. Il Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che costava milioni di euro, sarà abolito e il quorum per la validità dei refendum abbassato. Saranno inoltre ridotti gli stipendi dei consiglieri regionali ed eliminati i trasferimenti ai gruppi regionali così come già fatto in Emilia-Romagna. I valori della nostra Costituzione – hanno sottolineato Caragnano e Calvano – non vengono traditi con questo referendum, ma è indispensabile crescere e cambiare in base ai cambiamenti e ai bisogni della società di cui facciamo attivamente parte”.
Infine l'appello: “La riforma è perfettibile, ma non possiamo lasciare che le cose restino così per altri trent'anni. Bisogna avere il coraggio di cambiare votando sì”.
Da Pontida risponde la Lega Nord di Piacenza: “A Pontida per due motivi: mandare un avviso di sfratto ad un governo supino ai poteri forti e ridare al popolo la possibilità di autogovernarsi come sancito dai principi costituzionali”. Sono queste, secondo il segretario provinciale della Lega Nord, Pietro Pisani, le ragioni che hanno portato una numerosa delegazione piacentina sul prato in cui si è svolta la ventiseiesima edizione del raduno del Carroccio.
“Anche dalla nostra provincia – aggiunge Pisani – tanti militanti sono partiti carichi di entusiasmo perché il raggiungimento degli obiettivi fissati dal movimento è sempre più vicino: il fine ultimo è infatti ridare alla gente il giusto peso per il governo del paese”.
Prosegue il consigliere regionale Matteo Rancan: “Si è trattato – afferma – di una giornata molto importante, durante la quale sono stati lanciati messaggi chiari che saranno parte integrante del nostro programma di governo una volta proposti nei territori. Torniamo a Piacenza portando le linee politiche tracciate a Pontida e soprattutto un rifiuto al referendum costituzionale di Renzi: il nostro è un no sia al merito, sia all’operato di un governo che non rappresenta i cittadini”.