Moldavia, in una cittadina del Paese un uomo inizia ad avere problemi con un connazionale. Problemi legati alla costruzione di abitazioni, permessi, licenze, niente di più. Ma la diatriba prende presto una brutta piega. L’uomo decide di iniziare una vera e propria battaglia contro il rivale e chiede aiuto a un amico, un 29enne sposato con due figli. Quest’ultimo accetta di dare una mano al conoscente e in poco tempo contatta due energumeni del posto incaricandoli di ossessionare il rivale dell’amico. Questi due scagnozzi iniziano con minacce di morte, persecuzioni di ogni tipo, atti vandalici, gesti intimidatori facendo sprofondare il bersaglio in un vero e proprio incubo. Ma un giorno le minacce oltrepassano il segno, i due tirapiedi, su suggerimento del 29enne, scagliano una bottiglia molotov contro l’abitazione del malcapitato. A quel punto la polizia moldava decide di intervenire e arresta esecutori e mandanti. Nell’ottobre del 2014 i quattro vengono condannati a sei anni di carcere per reati come minacce, tentata violenza, atti persecutori e quant’altro. Subito dopo la sentenza, però, il 29enne decide di scappare e si rifugia con la moglie e i due figli a casa dei suoi genitori che da anni ormai vivono a Podenzano, in provincia di Piacenza. L’Interpol moldava inizia a indagare fino a quando, nei giorni scorsi, gli investigatori rintracciano il 29enne. L’Interpol italiana avvisa a sua volta i carabinieri di Piacenza che a loro volta chiedono ai carabinieri di competenza territoriale, quelli della Stazione di San Giorgio, di occuparsi del caso. Dopo giorni di monitoraggi e appostamenti ieri, mercoledì 24 agosto, i militari hanno deciso di agire: dopo aver fatto irruzione nell’abitazione i carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi del latitante ponendo fine a due anni di ricerche. L’uomo, che si aspettava di essere trovato prima o poi, non ha opposto alcuna resistenza nel tentativo di non aggravare la propria posizione.