E' una richiesta d'intervento a difesa del fiore all'occhiello della produzione alimentare locale (la coppa piacentina) e della dieta mediterranea (per la somministrazione dei pasti nelle strutture comunali) quella che Tommaso Foti ed Erika Opizzi sollecitano al sindaco Dosi.
Caso Eaitaly. I consiglieri di Fratelli d'Italia "lungi dal nutrire riserve rispetto alla libera circolazione delle merci" esprimono in un'interrogazione "pieno dissenso rispetto al fatto che, dopo la kermesse imbastita dalla Giunta Comunale a sostegno di Eataly come ambasciatore dei prodotti tipici piacentini, le offerte nella detta struttura pubblicizzino la coppa di Parma, prodotto di Indicazione Geografica Protetta (IGP), anziché la coppa piacentina, prodotto di origine protetta (DOP)".
Dopo aver definito il fatto "di per sé riprovevole", Foti e Opizzi ricordano "le iniziative del territorio volte a pubblicizzare in modo adeguato la coppa piacentina, a partire dall'istituzione, da parte della Camera di Commercio, del Premio Coppa d’Oro, assegnato a personalità che, in ragione del ruolo ricoperto, possano fungere da testimonial del nostro prelibato prodotto".
"Allo sgarbo della Regione Emilia-Romagna che, nei mesi scorsi, ha riservato proprio alla coppa di Parma una mirata campagna pubblicitaria, si aggiunge oggi quello di Eaitaly" affermano i consiglieri di Fratelli d'Italia, che sottolineano come "nessuno dei testimonial della Coppa d’Oro – soprattutto i politici locali e nazionali premiati, evidentemente interessati solo a una sfilata d’occasione – abbia contestato l’iniziativa di Eaitaly".
Foti e Opizzi, sollecitano quindi il sindaco Dosi "ad esprimere alla dirigenza di Eaitaly la convinta e manifesta delusione dei piacentini tutti per la scelta operata, chiedendo altresì che detta struttura riservi alla coppa piacentina quel trattamento d’eccellenza che merita ".
Dieta vegana nelle mense. In un'altra interrogazione rivolta al sindaco Dosi, i consiglieri di Fratelli d'Italia sostengono che "è quanto meno inopportuno che da settembre, nelle mense scolastiche, sia introdotta la dieta vegana per i figli di quei genitori che la richiedano, fatti salvi i casi in cui si sia in presenza di un'idonea certificazione medica attestante allergie agli alimenti di origine animale". Foti e Opizzi richiamano, a sostegno della propria tesi, sia il giudizio espresso dal dirigente dell’unità operativa Igiene alimenti e nutrizione dell'Ausl di Piacenza ("la dieta vegana non può dirsi adeguata a un organismo in età evolutiva"), sia le Linee strategiche per la ristorazione scolastica in Emilia Romagna.
Dopo aver ricordato che nelle mense scolastiche piacentine "sono già erogati pasti, privi di carni e derivati animali e prodotti della pesca, rispettosi di 567 regimi cosiddetti “etico-religiosi” e di 248 diete cosiddette speciali, certificate dal pediatra e dall’allergologo", i consiglieri di FdI-AN chiedono al sindaco Dosi "di rivedere la decisione volta ad acconsentite l'introduzione della dieta vegana – ancorché a richiesta dei genitori – nelle mense scolastiche del Comune di Piacenza.