“L’autobus della linea numero 9 diventa un forno ed è di difficilissimo accesso per i disabili”. La denuncia arriva da un lettore che invia una lettera al sindaco Paolo Dosi. Lettera che riportiamo di seguito.
Preg.mo Sig. Sindaco Paolo Dosi,
mi rivolgo a Lei perché diversi miei conoscenti mi hanno detto che Lei è una brava persona, molto onesta e veramente attenta al rispetto delle persone. Le scrivo quindi per segnalarLe una situazione incredibile e strana che immagino non sia mai stata portata alla Sua attenzione, ma che è fonte di disagio per molte persone e che ritengo indegna di un paese civile. Per cercare di descriverLe il contesto inizio raccontandoLe che mia madre (che ha oltre settanta anni) due/tre volte alla settimana utilizza il bus della linea numero 9 per il tragitto da Mortizza alla città (ed anche viceversa).
Il viaggio è spesso spiacevole, ma specialmente con questo caldo torrido diventa traumatizzante ed in più di un’occasione ha rischiato di diventare fonte di malori a causa del clima soffocante che si respira su quei vecchi e malandati bus privi di aria condizionata. Mia madre, insieme a tutti gli altri passeggeri, sopporta questo supplizio perché ritiene che per mezz’ora di sofferenza (questa è in genere la durata di un viaggio) non valga forse la pena di protestare. Personalmente penso invece che in un paese civile, anche se malandato dalla crisi economica, sia crudele e stupido fornire ai cittadini un servizio di questo genere che mi sembra indegno perfino per i paesi del terzo mondo, anche perché i malori provocati da colpi di calore mi sembra che possano rischiare di essere addirittura fatali. Se oltre ai singoli cittadini (che come detto sono costretti a sopportare dei disagi di mezz’ora alla volta) si passa poi a prendere in considerazione anche le condizioni in cui vengono costretti ad operare gli autisti di quegli autobus (i quali sono obbligati a patire per tutta la durata dei loro turni di lavoro, che immagino varieranno tra le sei e le otto ore) si capisce come tutta la situazione sia insostenibile.
Pensando agli autisti mi è anche venuto il dubbio che la linea numero 9 possa costituire una sorta di colonia penale dove i dirigenti SETA mandano gli autisti che debbono scontare dei periodi di punizione (anche perché in città la situazione è completamente diversa, con numerosi bus che sono dotati di una piacevolissima e fresca aria condizionata). Questo pensiero mi è venuto anche in considerazione del fatto che non ho ancora mai appreso notizie di rivolte o di proteste degli autisti per le insalubri e torride condizioni di lavoro a cui sono costretti. Quali che siano le politiche di assegnazione degli autisti alle diverse linee so con certezza che se fossi uno dei dirigenti responsabili di SETA mi vergognerei a costringere sia gli utenti/clienti, sia gli autisti a subire trattamenti così fastidiosi e così umilianti, e so anche che non riuscirei a darmi pace fino alla soluzione di questo problema.
Colgo inoltre l’occasione per segnalarLe anche che i bus della linea numero 9 rappresentano pure una sorta di ostacolo alla circolazione dei disabili. Infatti, ad esempio, mia madre nei suoi due/tre viaggi settimanali almeno una volta è accompagnata da mia nonna (che ha superato la novantina ed è invalida) e sono costretto a dirLe che l’accesso ai bus della linea numero 9 è talmente arduo e disagevole (i gradini sono troppo alti ed irti) che nella maggior parte dei casi mia madre e mia nonna sono costrette a fare il viaggio di ritorno in taxi.
Tralascio poi di trasmetterLe delle lamentele per i cambi di bus causati dalle rotture dei mezzi, che, anche se sembrano avvenire un po’ troppo spesso, probabilmente sono imputabili in larga misura alle ristrettezze del momento attuale. Confidando che Lei vorrà incaricare un Suo attento ed intelligente assistente a dare uno sguardo alle due suddette situazioni e ad attivarsi per la loro rapida soluzione La ringrazio anticipatamente e Le invio i miei migliori saluti.
Fabio Morandi