<<Già due anni fa, quando la riforma Del Rio fingeva di abolire la province, togliendo in realtà altri spazi di democrazia, sostenevamo che fosse sbagliata>>. Così la segreteria provinciale della Lega Nord di Piacenza, la quale rivendica la battaglia che da anni compie nei confronti del Ddl Del Rio, in questi giorni ripresa su alcuni giornali da altre parti politiche.
<<Renzi ha sacrificato un ente vicino al territorio – spiega -, piuttosto che chiudere le prefetture simbolo del potere centralista lontano dalle esigenze dei cittadini>>.
<<Un’indagine Ispo – prosegue la nota, citando un intervento del 2014 – parla chiaro: 7 intervistati su 10 sono orgogliosi della propria appartenenza territoriale. Le province sono il simbolo di tale identità, è dunque folle andare contro la volontà dei cittadini. Piuttosto, è arrivato il momento di dare il benservito alle prefetture, che rappresentano uno stato centralista che non è mai stato in grado di intercettare i problemi delle persone. Da quel sondaggio, emerge con evidenza scientifica che ogni cittadino ha a cuore i luoghi in cui è nato e cresciuto, riconoscibili nel Comune e nella Provincia. Per noi la rilevazione Ispo non dice nulla di nuovo, ma qualcuno dovrà ricredersi.
È oltretutto inaccettabile che a Piacenza l’assemblea dei sindaci sia composta solo da dieci primi cittadini, lasciando altri 38 comuni nel dimenticatoio. Pur essendosene accorti in ritardo, gli altri esponenti del centrodestra fanno bene a prendere parte alla nostra battaglia>>.
Nel 2014, mentre veniva approvato il disegno di legge Del Rio, il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti dichiarava: <<A livello piacentino, bisogna lottare contro la spoliazione dei servizi, salvando il 118, insediando l’elisoccorso e garantendo nuovi servizi ai piacentini. Su questo non dobbiamo cedere di un millimetro, si tratta di rimarcare il diritto di poter decidere a casa nostra, utilizzando i soldi dei cittadini direttamente sul territorio. Sono orgogliosamente piacentino, e rinnego l’appartenenza a uno Stato che ci tratta come sudditi, lasciandoci a secco di risorse e in balia di altri>>.