“Politica più snella, meno costi, voce ai cittadini: votare sì al referendum”

Si voterà a ottobre ma il dibattito è già molto acceso. Parliamo del referendum costituzionale che divide già da giorni politica e opinione pubblica. A parlare questa mattina il fronte del Si guidato dall’assessore regionale Paola Gazzolo, dalla presidente del “Comitato per il Si” Giovanna Palladini e dalla professoressa Sara Lorenzon, del Dipartimento di scienze giuridiche dell'Università di Ferrara. “Votare sì garantirà una politica più semplice e più voce ai cittadini” dicono:

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LA POSIZIONE DEL COMITATO PER IL SI’

Il Parlamento ha varato con una larga maggioranza una riforma costituzionale che affronta alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese. Nel progetto non c’è forse tutto, ma c’è molto di quel che serve, e non da oggi. Ad esempio viene superato il bicameralismo paritario indifferenziato e il nuovo Senato delinea un modello di rappresentanza delle istituzioni locali e ridisegna i rapporti fra Stato e Regioni.

La riforma fa chiarezza sulle materie proprie di competenza regionale o statale.

I poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza.

Il sistema delle garanzie viene potenziato attraverso il rilancio, ad esempio, degli istituti di democrazia diretta, con l’iniziativa popolare delle leggi e il referendum abrogativo rafforzati, con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo per la prima volta in Costituzione.

Si attua una decisa semplificazione istituzionale, con l’abolizione del Cnel e la soppressione delle Province quali enti costitutivi della Repubblica.

Si riducono i costi della politica con 220 parlamentari in meno, un tetto all’indennità dei consiglieri regionali, il divieto di finanziare i gruppi consiliari.

La riforma interviene solo sulla parte organizzativa della Costituzione senza modificare la parte prima. Lungi dal tradire la Costituzione, si tratta di attuarla meglio, raccogliendo le sfide di una competizione europea e globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici, più stabili.