Parte la campagna contro il Ttip. Il comitato piacentino contro il trattato di libero scambio tra Usa ed Europa – che è in discussione – ha programmato una serie di iniziative. Dal 18 giugno parte una campagna informativa e di raccolta firme, mentre il 24 giugno si terrà un incontro pubblico con alcuni esperti.
Le iniziative sono state presentate questa mattina, 16 giugno, dal comitato “I piasintein i disan no”. Il comitato, come ha spiegato Giampaolo Maloberti, ha già ricevuto le adesioni di versi settori che potrebbero venire interessati dal trattato: allevatori, agricoltori, commercianti. «E’ in gioco il futuro dell’agroalimentare italiano e quello dei nostri figli – ha spiegato Maloberti – e noi ci battiamo contro le multinazionali che vogliono schiacciare i piccoli produttori e i piccoli commercianti nel nome del gusto unico e del pensiero unico».
RACCOLTA FIRME «Iniziamo il 18 giugno – ha detto Thomas Trenchi – e proseguiremo per un mese. Saremo presenti in via Venti Settembre ogni sabato. Qui raccoglieremo le firme che, al termine, saranno consegnate ai parlamentari per aumentare la pressione contro la firma del Ttip».
IL CONVEGNO Il 24 settembre, alle 21, al Teatro Trieste 34 in via Trieste, si terrà il confronto pubblico “Ttip, pericolo o opportunità?”, al quale parteciperanno Carlo Angelo Rossi Sgoifo (Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università statale di Milano), Filippo Rossi (Istituto di Scienze degli alimenti dell’Università Cattolica piacentina) e Irene Maragna, biologa nutrizionista dell’Asl.
LE RAGIONI DEL NO Pietro Pisani ha sottolineato come gli oppositori vengano accusati di voler fermare il commercio e il progresso. «Non è così – ha affermato Pisani – noi vogliamo che le regole vengano condivise e non imposte da chi ha più forza economica. Ci ribelleremo in tutte le forme possibili». Marvin Di Corcia ha sostenuto che «la tecnocrazia europea ha colpito ancora. Con il Ttip vengono danneggiato i consumatori, anche dal punto di vista della salute, e i produttori che resteranno senza garanzie». Infine, Giovanni Forlini ha puntato il dito contro «la strategia dei negoziatori che neìgano le informazioni. Di questo trattato non si sa nulla. A rimetterci sarà la nostra salute e il nostro agroalimentare. Gli Stati non avranno potere, perché le multinazionali potranno fare loro causa. E ridicolo, poi, che il Tribunale sarà composto da chi ha steso il trattato».