“Unioni civili, non sposeremo mai due persone dello stesso sesso”

“Non celebreremo matrimoni tra persone dello stesso sesso”. A dirlo con fermezza sono i sondaci leghisti Manuel Ghilardelli, di Ziano, e Roberta Battaglia di Caorso. Entrambi, insieme ai colleghi Giovanni Malchiodi (Ferriere) e Ivano Rocchetta (Castellarquato) contestano la legge Cirinnà sulle Unioni Civili approvata di recente dal Parlamento e sono tra i firmatari di un documento varato dalla Lega Nord, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia che sancisce “il diritto all’obiezione di coscienza da parte dei sindaci”. Presenti alla conferenza stampa oltre ai primi cittadini Ghilardelli e Battaglia, anche Massimo Polledri (Lega Nord), Maria Lucia Girometta (Forza Italia), Gloria Zanardi (Forza Italia) e Corrado Pozzi, vicesegretario nazionale della Lega Nord. “E’ una legge pastrocchio” hanno detto in coro “noi siamo per la famiglia naturale, questo testo si presta a troppe interpretazioni e presta il fianco a ingerenze sul fronte delle adozioni”. Duri attacchi sono stati mossi nei confronti del governo Renzi per aver posto la fiducia “su un provvedimento che tocca le coscienze” ha detto Zanardi. Da oggi in avanti il documento verrà divulgato nei vari Comuni.

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ECCO IL TESTO DEL DOCUMENTO

Noi amministratori pubblici

 

in applicazione  dei principi costituzionali, in particolare: 

 

 

– Art. 29 Cost.: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio […] 

 

– Art. 30 Cost.: E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio […] 

 

– Art. 31 Cost.: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

 

 ci impegnamo a fare ciò che sarà in nostro potere per:

 

 

  1. realizzare un sistema di assistenza e previdenza sociale che abbia come centro naturale la famiglia – necessaria alla collettività, a cui lo Stato è debitore in quanto essa è comunità che genera, educa e assiste i bambini e si prende cura dei malati e degli anziani 

 

  1. preservare e promuovere il diritto naturale, costituzionalmente garantito, dei    genitori ad educare i propri figli. Questo implica anche l’opposizione a ogni tipo di   propaganda “gender” o lgbt la quale, introdotta negli Istituti di ogni ordine e grado spesso con il pretesto (in apparenza lodevole) di contrastare il bullismo, le discriminazioni, o di educare alla sessualità e all’affettività, considera il sesso biologico come fattore non decisivo dell’identità sessuale, parifica le c.d. “famiglie omogenitoriali” alla famiglia naturale e pretende di equiparare (e dunque di promuovere) ogni orientamento sessuale e identità di genere.

 

 

 

 A tal fine riteniamo necessario:

 

 

 

.introdurre, potenziare e moltiplicare le iniziative di sostegno economico a favore della famiglia

 

 

contrastare a livello culturale e giuridico il riconoscimento pubblico di unioni gay o c.d. “famiglie omogenitoriali”. Aderire alle iniziative referendarie, legislative, regolamentari o politiche volte a difendere, promuovere o ripristinare la famiglia naturale come unico recipiente di benefici sociali e giuridici