«A undici mesi di distanza dalla promessa di Silvio Bisotti di trasferire il centro culturale islamico di via Mascaretti in una collocazione più idonea, la situazione è immutata: l’immobile continua infatti ad essere utilizzato abusivamente per la preghiera. Manca meno di un mese dall’inizio del Ramadan e ai cittadini di Barriera Torino non è ancora stata data una risposta ai problemi che da quattro anni segnalano al comune di Piacenza».
Così la sezione cittadina della Lega Nord, che ricorda l’impegno preso a giugno 2015 dall’assessore all’Urbanistica. L’esponente della giunta aveva appunto dichiarato alla stampa di avere perentoriamente intimato ai responsabili del centro islamico l’abbandono del capannone destinato ad attività artigianali, utilizzato invece per le celebrazioni religiose.
«Sebbene le norme comunali – fa notare il Carroccio di Piacenza – stabiliscano che il capannone non è adibito a luogo di culto in quanto la destinazione d’uso non lo prevede, il venerdì l’immobile continua ad affollarsi di fedeli, anche un centinaio, che si radunano per le funzioni, con i disagi che ciò comporta per i residenti: parcheggi selvaggi e disturbo acustico arrecato dagli altoparlanti. Ciò aumenta considerevolmente nel mese del Ramadan, quando le orazioni si protraggono anche nelle ore notturne. Non è quindi chiaro il motivo per cui i piacentini debbano rispettare normative di questo tipo, mentre i musulmani no: che si tratti dell’ennesimo caso di razzismo al contrario? Un’altra domanda riguarda il regolamento sulla sicurezza: uscite d’emergenza ed estintori sono stati approvati da chi di dovere? È ora che l’amministrazione comunale – intima la Lega – ponga fine a questa ambiguità con la quale si permette ad una moschea abusiva di nascondersi dietro ad un presunto centro culturale e che l’assessore del Partito Democratico mantenga una volta per tutte la parola data ai residenti quasi un anno fa. E se anche in futuro il capannone ospitasse le celebrazioni del Ramadan, auspichiamo che le autorità competenti mettano i sigilli all’ingresso».