Qui di seguito pubblichiamo una nota stampa di Confedilizia Piacenza sull'applicazione della tassa rifiuti.
La Tassa rifiuti applicata ai contribuenti del Comune di Piacenza cresce ancora, inesorabilmente. Il sistema relativo è radicalmente da cambiare. È questo, in estrema sintesi, il parere della locale Confedilizia, espresso in uno specifico comunicato. “Per il corrente anno – dice l'organizzazione dei condòmini e dei proprietari di casa e di immobili in genere – il Comune di Piacenza accresce ulteriormente la già insopportabile tassa rifiuti e la accresce di una misura appena inferiore, secondo i nostri calcoli, al 10%, nell'assordante silenzio delle organizzazioni di categoria, impegnate a gestire il Consorzio di bonifica e, anche, delle organizzazioni dei consumatori, impegnate a coltivare altri contenziosi, più interessanti”. L'Associazione di via S.Antonino definisce l'aumento “paradossale” (“specie in relazione al servizio che viene effettuato da Iren, largamente insufficiente anche sulle strade e le aree pubbliche in genere”), “trattandosi oltretutto di servizio svolto in regime monopolistico e obbligatorio per tutti, anche per i non conferenti rifiuti”. Il comunicato così prosegue: “Ma è il sistema che deve essere radicalmente cambiato e che il Comune di Piacenza deve assolutamente denunciare. Infatti, i costi – in Emilia – sono controllati solo da Atersir e cioè da un organismo espressione dei Comuni che, così, avallano indirettamente (dato che la tariffa deve coprire per legge le spese) l'aumento della tassa, che va a sua volta a locupletare un ente fintamente privato a sua volta partecipato dai Comuni stessi, a favore dei quali – dunque – finisce per andare l'aumento della tassa”. Si tratta di un sistema che la Confedilizia locale “non esita a definire anche perverso” e del quale occorre che “i cittadini abbiano conoscenza, auspicandosi che in questi termini sia prospettato anche in Consiglio comunale, ove l'aumento della tassa è comunque stato giustamente criticato anche da componenti della maggioranza consigliare liberi da condizionamenti di sorta”. Confedilizia (il cui comunicato rileva che “finché dura da parte del Comune questa supina, e voluta, acquiescenza è assolutamente fuorviante pensare ad una possibile conversione della tassa ad equità”) così conclude: “Se questa è la situazione, si capisce perchè la maggioranza dei consiglieri comunali e la Giunta avallino la proposta al cloroformio dell'assessore Bisotti di considerare privati i rivi comunali sotterranei alla città (da sempre utilizzati, fino agli anni '60, per il servizio di fognatura) e cioè allo scopo di addossare ad ignari cittadini le spese di manutenzione e ricostruzione dei manufatti comunali dei rivi, che – dopo anni di mancata manutenzione ad opera del Comune, che invece la effettuava fino a poco tempo fa e comunque, di certo, sino al 1995 ed allo scioglimento del Consorzio dei rivi ad opera della Giunta Vaciago – cominciano a provocare infiltrazioni nelle case, infiltrazioni delle quali il competente assessorato vorrebbe ora fossero chiamati a rispondere i condòmini ed i proprietari, rispettivamente, di condominii e di case costruite sulla cinquantina di rivi sotterranei della città di Piacenza e quindi pressoché di tutti gli immobili cittadini, e ciò – ancora – nonostante i rivi stessi siano nelle altre città, anche emiliane (in particolare a Bologna), gestiti e mantenuti o da enti pubblici o dai Consorzi di bonifica”.