Nei magazzini di Poste Italiane, in questa regione, “risultano stoccati quintali di corrispondenza non consegnata”; ciò sarebbe “imputabile alla riorganizzazione per zone di recapito voluta dall’azienda e sperimentata da qualche mese nelle principali città”: lo scrive Tommaso Foti, del gruppo Fratelli d’Italia-An, in premessa a un’interrogazione in cui chiede alla Giunta di attivarsi per un immediato “confronto con Poste Italiane, tenendo conto che la detta situazione appare gravemente penalizzante sia per i dipendenti di Poste italiane, sia per coloro che utilizzano il servizio postale”.
Foti ricorda come in Emilia-Romagna risulti avviata la sperimentazione della consegna della corrispondenza a giorni alterni, con 32 zone di recapito, esclusa Bologna; a suo parere, “la situazione più critica si registra a Parma e Piacenza, dove si contano 50 quintali di corrispondenza in giacenza dovuti anche al numero di giornali in abbonamento da consegnare, che – come noto – hanno la precedenza come il resto della posta veloce”. Ma al di là dei picchi di giacenza, il problema sarebbe omogeneo in tutta l’Emilia-Romagna.
Il consigliere segnala come le difficoltà da parte degli addetti a recapitare la corrispondenza entro l'orario di servizio, inducano molti di loro “a supplementi di attività non retribuita, la qual cosa ha indotto i sindacati ad intraprendere forme di protesta a Parma e Piacenza, mentre nei prossimi giorni sarà il turno di Modena e Rimini”. Si registrerebbe, infine, un grave problema di organico agli sportelli dell’azienda, con situazioni che appaiono particolarmente critiche a Bologna, Ferrara, Ravenna e Parma, tanto che nel periodo delle ferie estive risulterà difficile tenere aperti gli uffici.