“Consorzio bonifica: una vicenda che ha del grottesco”. Anche il Movimento 5 Stelle si accoda all’ondata di polemiche che sta sommergendo il rinnovo dei vertici dell’ente, accusato di aver allestito elezioni fittizie escludendo l’unica lista di opposizione, Equità per tutti. I grillini chiedono il commissariamento del Consorzio di Bonifica: “Queste elezioni sono una messinscena in cui le 2 liste si spartiranno i pochi voti, data la scarsa affluenza alle urne, e l’unica lista di vera opposizione “Equità per tutti” è stata esclusa dalla competizione con modalità poco chiare e discrezionali per mancanza di terzietà del comitato elettorale. Occorre a monte capire le logiche che muovono il consiglio di amministrazione e la ovvia volontà di non far entrare dei “rompiscatole” che disturberebbero le ormai consolidate e consuete manovre”.
IL COMUNICATO DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Viste le recenti polemiche sull’esclusione di una lista dalle elezioni del consorzio di bonifica crediamo sia necessario, come detto anche da altri, un commissariamento del Consorzio da parte della Regione. Queste elezioni sono una messinscena in cui le 2 liste si spartiranno i pochi voti, data la scarsa affluenza alle urne, e l’unica lista di vera opposizione “Equità per tutti” è stata esclusa dalla competizione con modalità poco chiare e discrezionali per mancanza di terzietà del comitato elettorale. Occorre a monte capire le logiche che muovono il consiglio di amministrazione e la ovvia volontà di non far entrare dei “rompiscatole” che disturberebbero le ormai consolidate e consuete manovre.
Partiamo dall’aumento di contribuenza avuto 2 anni fa passando da 14 a 18 euro (+29%) e l’aumento per gli immobili di montagna del 20%, approvati in consiglio con una delibera senza voti contrari! Eppure sono in vigore la D.G.R. 2233 del 1992 per cui il contributo minimo deve essere rapportato esclusivamente “al recupero delle spese di tenuta e aggiornamento presso il Consorzio della posizione catastale e di esazione dei contributi consortili”, inoltre la L.R. n°5/2009 ha proprio tra gli obiettivi principali il riordino dei consorzi di bonifica con conseguente contenimento della spesa e riduzione dei costi. Ma come si possono capire le spese se Il conto economico riclassificato non è pubblicato nel sito del Consorzio di Piacenza così come non è pubblicato il piano delle commesse? Bisognerà fidarsi ciecamente?
Perché non parlare del recente spostamento della sede da Borgonovo V.T. a Piacenza? Passando da una sede di proprietà (ora concessa gratuitamente al Comune di Borgonovo) ad una in affitto per cifre vicine agli 80mila euro annuali? Che visione strategica! Oppure disquisire sulle consulenze esterne? Tipo quella da oltre 200mila euro per lo “sviluppo gestionale informatico dell’ente”? Alla faccia del contenimento dei costi!
E i 20mila euro utilizzati per aderire alla società GAL (Gruppo di azione locale di Parma e Piacenza)? Non mi pare che da Statuto il consorzio possa acquistare quote di altre società, ma se tutti sono in accordo anche lo Statuto consortile diventa carta straccia? E la richiesta (ormai trentennale) del Comune di Piacenza affinchè gli vengano consegnate le opere idrauliche di bonifica insistenti sul proprio territorio (collettore Settentrionale, collettore Rifiuto e impianto idrovoro Finarda), costruite dallo Stato a proprie spese (che, a conti fatti, costerebbero intorno ai 50 mila euro all’anno di manutenzione a fronte di un importo di circa 2.000.000 di euro all’anno di tributo che il Consorzio preleva dai cittadini)? Ma soprattutto il vero punto dolente è che l’azione del Consorzio di bonifica di Piacenza sembra peraltro avallata dalla Regione Emilia Romagna che, anziché porre in essere azioni di controllo e verifica dell’operato, nulla ha opposto a tutti questi atti e atteggiamenti in contrasto con i più basilari principi di etica e di buona amministrazione.
I consiglieri comunali del M5S