Primo passo in Assemblea legislativa regionale lungo il percorso che potrebbe portare alla prima fusione di Comuni in provincia di Piacenza, quella tra Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino. La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha nominato oggi Gian Luigi Molinari (Pd) e Matteo Rancan (Ln) relatori – rispettivamente di maggioranza e di minoranza – del progetto di legge per l'istituzione di un nuovo Comune unico al posto dei due preesistenti. Il testo è stato predisposto dalla Giunta regionale a seguito della richiesta inoltrata dai rispettivi Consigli comunali.
Il progetto di legge prevede che in caso di fusione il Comune unico, con una popolazione residente di circa 10mila e 500 abitanti e una estensione di 84 chilometri quadrati, avrebbe decorrenza dal 1 gennaio 2017. A sostegno del nuovo Comune, la Regione erogherebbe un contributo annuale di 156.000 euro all’anno, per complessivi quindici anni, e, in aggiunta, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, un contributo straordinario in conto capitale di durata triennale pari a 150.000 euro all’anno. Tra i vantaggi riservati alla fusione anche i contributi statali: 350 mila euro all'anno per un decennio.
Molinari (Pd) ha parlato di "una opportunità da cogliere", auspicando in proposito un approfondimento su aspetti che riguardano lo studio di fattibilità, sostenendo la logica "di portare al maggiore coinvolgimento possibile i cittadini. L'obiettivo- ha sottolineato- è quella di costruire un percorso realmente condiviso, comunicato, ben informato nei territori". Ad avviso del relatore di maggioranza, "occorre evitare che le imminenti elezioni in uno dei due Comuni diventino l'occasione per tradurre il percorso della fusione in confronto elettorale. Da oggi in avanti- ha concluso- partirà un processo che, con i necessari approfondimenti, potrà portare ad un lavoro comune per dare anche su Piacenza la prima forte risposta e un primo esempio su un passaggio che come Partito democratico noi sosteniamo".
Secondo Rancan (Ln) il segnale che viene dai territori è quello "di cercare una collaborazione efficace di tutte le forze politiche e di andare nella direzione del dialogo, ma deve essere ben chiaro l'aspetto di consultazione diretta delle popolazioni interessate. Credo che la vera parola alla fine spetti ai cittadini con il referendum- ha affermato-, mi sento dunque di dover incentivare l'arrivo del referendum il prima possibile, cosciente del fatto che vanno ascoltate tutte le realtà coinvolte e che si può costruire qualcosa di concreto. Siccome i sindaci e le amministrazioni locali si sono espressi chiaramente- ha concluso il relatore di minoranza- ora i primi che devono essere ascoltati sono i territori".
Per Tommaso Foti (Fdi- An), "le parole del relatore di maggioranza sono tutte tese a ritardare le procedure. Questa è la prima fusione che porta ad un Comune di oltre i 10 mila abitanti- ha ricordato- abbiamo due delibere di Consigli comunali liberamente eletti e mi pare vergognoso che si vogliano alzare steccati politici su questioni che non sono politiche. Siamo in una fase in cui dobbiamo dire agli elettori di pronunciarsi sulla fusione e sul nuovo nome".
Fortemente critici anche gli amministratori di Borgonovo eletti nelle fila di Fratelli d’Italia: “E’ avvilente – spiegano il vicesindaco Paolo Tiribinto e il capogruppo in consiglio Davide Coroli – vedere come gli sforzi di una classe dirigente locale, interessata al bene dei cittadini che rappresentano, debba scontrarsi ed essere mortificata dai capibastone locali del Partito Democratico, sempre pronti a fare prevalere gli interessi di bandiera su quelli della collettivita'. Stiano però sereni, che i loro tentativi dilatori di sabotare il nostro lavoro non andranno in porto, ma concluderemo nel migliore dei modi il percorso di fusione intrapreso. Certo è che se detti ostacoli finiranno per penalizzare economicamente i nostri territori, non esiteremo a denunciare le responsabilità del Partito Democratico al riguardo”.
"Nessuno sta giocando a rimpiattino- ha replicato Paolo Calvano (Pd)- la linea del Pd sulle fusioni è chiara e lineare".