A seguito delle stragi di Parigi, torna d’attualità il dibattito sul reato di clandestinità e a farsi portavoce di un cambiamento è stato, ancora una volta, l’ex questore di Piacenza Piero Innocenti. In particolare dopo che l’altra sera a Otto e Mezzo, programma condotto da Lilli Gruber su La7, nella seguitissima rubrica affidata Paolo Pagliaro il giornalista ha messo in evidenza l’inefficacia di questa legge prendendo in esame i dati redatti proprio dall’alto dirigente della polizia di Stato, ormai piacentino d’adozione avendo scelto la nostra città come residenza.
Una serie di numeri che, messi insieme in modo lineare, fanno comprendere la follia di una legge che, a quanto pare, non sembra aver portato nessun beneficio. Anzi, il bilancio parla di 13mila e 600 segnalazioni della polizia giudiziaria alle Procure nel 2009, 21mila 500 nel 2011, 28mila 600 nel 2012, 23mila nel 2013, 21mila nel 2014 e, al 31 ottobre 2015 siamo arrivati a 25mila. Con un totale di 132mila clandestini denunciati. Ma visto che la legge prevede ammende dai 5 ai 10mila euro, contando che tutte queste persone sono insolvibili, e l’obbligo di permanenza domiciliare, che sempre per ovvie ragioni un domicilio non lo posseggono sul suolo italiano, le forze dell’ordine sono state impegnate in questi anni in un lavoro durato migliaia di ore, tra fascicolazioni, istruttorie e udienze che però non sono servite a nulla.
Se a questo si aggiunge che nella relazione parlamentare che accompagnava la modifica sul Testo unico sull’immigrazione si parlava di una riduzione del 10% dei flussi migratori, proprio grazie a questi provvedimenti, la conclusione alla luce della situazione attuale appare ancora più impietosa.
“Fino ad oggi non risulta che nessuno abbia mai pagato questa ammenda, visto che è un reato contravvenzionale – ha spiegato ai nostri microfoni Innocenti -, quindi quello che vado ripetendo da tempo è che prima scompare, questa norma, e meglio è. E’ sotto gli occhi di tutti che è una perdita di tempo. Un migrante economico può avere il domicilio in Italia o essere condannato a lavoro sostitutivo? E’ una barzelletta”. Insomma, per l’ex questore di Piacenza “il Testo unico sull’immigrazione va rivisto, soprattutto affinché preveda canali legali per regolare il flusso migratorio. Il discorso è complesso, certamente, visto che non sarebbe facile installare centri di identificazione lungo le coste del Nordafrica, con questi paesi ancora in guerra, ma certamente la soluzione non è questa norma”.
Per adesso, però, il governo ha deciso di non decidere. Un anno e mezzo fa, infatti, il Parlamento aveva votato a favore della depenalizzazione dell’"ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato". Approvando la legge delega sulle depenalizzazioni, Camera e Senato avevano detto quindi al governo di "abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo" il reato di clandestinità. Ma il consiglio dei ministri, che aveva approvato in via preliminare il decreto legislativo sulle depenalizzazioni, non aveva previsto all’interno del testo, nessuna traccia di quell’abrogazione.
ESPULSIONI A PIACENZA – Intanto la questura di Piacenza ha reso noti i numeri delle persone espulse con provvedimento coatto dall’inizio del 2015. Si tratta di 62 stranieri, seguiti dall’Ufficio immigrazione, su specifiche richieste del Questore. Numerosi i reati a loro carico, dallo spaccio ai reati contro le persone o il patrimonio, passando per la violenza sessuale o la non regolarità del permesso di soggiorno, persone giudicate pericolose per la sicurezza e l’ordine pubblico e persino, in un caso, quella di un tunisino (con precedenti per reati legati al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo spaccio di droga) ma espulso perché finito nella lista nazionale delle persone con legami con il terrorismo.