Si portò il figlio minorenne in Germania nonostante fosse affidato ai Servizi sociali di Piacenza. Con l'accusa di sottrazione di minore e di falso, un padre piacentino di 53 anni, è stato condannato questa mattina a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) e si è visto decaduto dalla patria potestà per un anno. A stabilirlo il giudice Giananadrea Bussi dopo che il piemme Michela Bubba aveva chiesto la condanna a 1 anno e un mese. "Mi auguro che finalmente questa sentenza aiuti ad avvicinarmi a mio figlio che, di fatto, non vedo da due anni" ha detto alla fine del processo la madre che si era costituita parte civile assistita dall'avvocato Simona Corbellini.
La vicenda era salita alla ribalta delle cronache locali negli ultimi mesi anche per i sit-in dei nonni fatti davanti al Tribunale di Piacenza con tanto di cartelli in cui chiedevano che fosse fatta giustizia. I fatti risalgono al 2013. Due genitori separati da tempo e un figlio che all'epoca aveva 15 anni ed era stato affidato ai servizi sociali. A un certo punto il padre, senza chiedere nulla alla ex moglie e in barba alla sentenza che aveva affidato il minore ai servizi sociali, decise di portarlo con sé in Baviera dove la famiglia ha una casa. Per farlo arrivò perfino a falsificare la firma della ex moglie apponendola sul documento d'identità del ragazzo. Per la donna, che da quel momento non riuscì più a vederlo, iniziò un periodo di grande sofferenza. "Il padre avrebbe dovuto seguire la strada della legalità ed invece ha gestito il figlio come se fosse suo provocando un grave danno nei rapporti già difficili tra la madre e il figlio stesso" ha detto l'avvocato di parte civile quantificando il danno esistenziale in 15mila euro (ridotti ad 8mila dalla sentenza). La difesa, rappresentata in aula dall'avvocato Mauro Pontini, oltre ad aver evidenziato che i servizi sociali non avevano fatto la querela, ha fatto notare come il padre avesse agito in quel modo per tutelare e perseguire il bene del figlio che oggi vive ancora in Germania, frequenta un collegio e tra pochi mesi sarà maggiorenne. Tesi che non ha convinto il giudice. "Sono nove anni che combatto con questa storia senza che io abbia mai avuto giustizia – ha aggiunto la madre – ora finalmente gli hanno tolto la potestà genitoriale. Vediamo se con questa sentenza riesco a riavvicinarmi a mio figlio. Ho passato gli anni a cercare mio figlio, all'uscita da scuola, al campo sportivo, come genitori ho patito un inferno. Non so cosa vuol dire passare un Natale con mio figlio".