Agricoltura biologica, dalla Regione otto bandi per 115 milioni di euro

Oltre 115 milioni di euro per il biologico, la produzione integrata, ma anche la gestione di zone umide, boschetti, corridoi ecologici, la salvaguarda del paesaggio agrario, il sequestro di carbonio nei suoli,  la  difesa delle razze antiche. A tanto ammontano le risorse stanziate dal nuovo Psr 2014-2020, per il primo pacchetto di interventi  che puntano non solo a migliorare la qualità dei  prodotti e dei modi di produrre, ma anche a rafforzare il ruolo  dell’agricoltura come strumento di  tutela del territorio, della biodiversità e delle risorse naturali (acqua, aria  e suolo). 

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Due “misure” (la 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali” e la 11 “Agricoltura biologica”) per otto bandi  pronti a partire. Oltre che per l’agricoltura integrata e quella biologica, aiuti anche per la biodiversità animale, il ritiro dei seminativi, la praticoltura estensiva, l’incremento della sostanza organica nei suoli,  l’agricoltura conservativa.

I bandi prevedono un periodo di impegno per chi riceve i finanziamenti che  nella maggior parte dei casi  è di 5 o 6 anni, ma può arrivare anche a 10 e 20. Le domande potranno essere presentate dal 30 novembre al 29  gennaio attraverso il sito di Agrea.

Gli otto bandi  rappresentano il primo consistente intervento  in chiave ambientale del nuovo Psr 2014-2020, approvato dalla Ue nel maggio di quest’anno e che stanzia complessivamente 1 miliardo 192 milioni di euro di risorse pubbliche.  Un Psr che  mette al centro la sostenibilità con oltre 509 milioni di euro, pari al  42,8% del totale dei finanziamenti. Queste risorse  permetteranno di sostenere mille progetti di investimento, buone pratiche ambientali su oltre 230 mila ettari e interventi su 6 mila ettari di superficie forestale.

 

Agricoltura integrata:  41,6 milioni per ridurre la “chimica”

L’Emilia-Romagna è stata pioniera nel ricorso alla  “lotta guidata e integrata” già negli anni Settanta. Questo metodo riduce drasticamente l’uso dei fitofarmaci e prevede l’impiego di quelli meno impattanti per l’uomo e l’ambiente,  compreso il ricorso anche a insetti utili e altre pratiche agronomiche per ridurre l’uso di fertilizzanti e per la prevenzione delle malattie. La produzione integrata ha avuto una progressiva espansione non solo in regione,  ma anche in Italia e in Europa. Per coprire i maggiori costi sostenuti per applicare tecniche che “fanno bene” all’ambiente e alla salute dei consumatori, il nuovo Psr stanzia 41,6 milioni di euro. Il bando prevede  aiuti  sia per chi  già pratica  l’agricoltura integrata, sia per chi intende avviarla. Gli importi base a ettaro vanno da un minimo di 90 euro per le foraggere a un massimo di 530 per le frutticole, per la prima introduzione e da 60 a 370 per il mantenimento . Sono inoltre previsti premi aggiuntivi per chi è disponibile ad adottare ulteriori pratiche virtuose.

 

Oltre 36 milioni di euro per il biologico: una priorità trasversale

Raddoppiare da qui al 2020 le superfici bio in Emilia-Romagna. Con questa finalità la Regione mette a disposizione 36,1 milioni di euro per le aziende agricole che già praticano  o intendono praticare il bio. Quest’anno per la prima volta la misura  viene  distinta da quella agro-clima-ambientale, con la possibilità dunque di attribuzione di specifiche risorse, senza il rischio di “concorrenza” . Gli aiuti sono a ettaro e sono differenziati in base al tipo di coltura. Per chi già pratica il bio (da almeno cinque anni)  si va da un minimo  di 90 euro per i seminativi a un massimo di 668 ero per le colture frutticole. Per chi intende avviare per la prima volta l’agricoltura biologica  il range è compreso tra i 126 euro (per le foraggere) e i 742 (per le frutticole). Anche in questo caso sono previste risorse  aggiuntive nel caso di adozione di ulteriori impegni.  Gli interventi includono anche la zootecnia. Come nella passata programmazione il biologico sarà anche in questa una priorità trasversale, ovvero, in tutte le misure le aziende bio a parità di requisiti avranno diritto a punteggi specifici in graduatoria.  Attualmente in Emilia- Romagna  la superficie bio è pari a 85 mila ettari e le aziende agricole che praticano tale metodo (comprese  quelle in conversione e miste)  sono 3mila. Nella passata programmazione le aziende biologiche avevano usufruito  del 30% totale dei contributi  concessi dal Psr, pari  a oltre 346 milioni di euro, considerando oltre alle misure a superficie,  anche quelle per investimenti aziendali, formazione e informazione e  progetti di filiera. 

 

Biodiversità animale: 8,6 milioni per le razze autoctone

Recuperare le razze antiche, a rischio di erosione genetica,  è  una priorità  non solo culturale, ma anche ambientale ed economica. Con il Psr 2014-2020 la Regione stanzia 8,6 milioni di euro  per gli agricoltori che scelgono di allevare razze autoctone come, ad esempio, la razza Romagnola e la Reggiana tra i bovini, il Cavallo italiano tiro pesante tra gli equini, la Pecora Cornigliese tra gli ovini o la Mora Romagnola tra i suini. L’aiuto è di 200 euro  per capo o insieme di capi.

 

Ritiro dei seminativi: 8,4 milioni

Prati umidi e macchie arbustive. Sono alcuni degli interventi che possono essere gestiti dagli agricoltori che si impegnano per venti anni a ritirare dalla produzione le colture seminative, così da promuovere la biodiversità, soprattutto in pianura. A riconoscimento dei maggiori costi, è previsto un aiuto per ettaro di 500 euro in collina e montagna e di 700 in pianura.

 

Per i prati “storici”: 7,8 milioni

I prati, se opportunamente gestiti, svolgono un’importante funzione ambientale,  di salvaguardia della biodiversità  animale e vegetale. In particolare  sono da difendere  i cosiddetti prati storici,  perché garantiscono l’esistenza di habitat  erbacei importanti. Per gli agricoltori che si impegnano a mantenere aree a praticoltura estensiva nel rispetto di determinate pratiche agronomiche (assenza uso di concimi, fitofarmaci, digestati) è concesso un aiuto di 150 euro a  ettaro

 

Corridoi ecologici  e paesaggio agrario: 4,6 milioni

Piantate, filari di alberi, siepi, boschetti, maceri, risorgive, laghetti. Per gli agricoltori che  si impegnano per un periodo di 10 anni a salvaguardare nella propria azienda quegli elementi del paesaggio agrario che una volta erano tipici delle nostre campagne,  sono in arrivo 4,6 milioni di euro. L’aiuto è pari a 0,07 euro per metro quadro in pianura. Potranno essere così mantenuti veri e propri “corridoi ecologici” nei siti individuati dalla rete europea Natura 2000

 

Più sostanza organica nei suoli: 5 milioni di euro

La qualità del suolo innanzi tutto. La Regione Emilia-Romagna destina 5 milioni di euro per incentivare le operazioni agronomiche che permettano di incrementare la sostanza organica nei suoli più impoveriti, migliorandone le caratteristiche chimico-fisiche. Fondamentali queste ultime anche per contrastare fenomeni erosivi e di dissesto. L ’impegno è di 180 euro all’anno per ettaro.

 

All’agricoltura che “sequestra” il carbonio: 3 milioni

Tecnicamente si chiama agricoltura conservativa e si differenzia da quella tradizionale perché adotta modalità  che riducono la lavorazione dei terreni, prevenendo l’erosione del suolo,  favorendo  il sequestro di carbonio e limitandone  la dispersione in atmosfera con effetti importanti per quanto riguarda il contrasto ai cambiamenti climatici. L’aiuto va  da un minimo di 250 euro a 280 per ettaro.

 

Per i prodotti Bio, Dop, Igp e Qc arriva la copertura delle spese di certificazione. Fino al 24 dicembre le domande

Già da lunedì 16 novembre e fino al 24 dicembre è possibile  presentare domanda per la copertura totale delle spese di certificazione dei prodotti biologici,  Qc (il marchio della Regione  che riconosce le produzioni   a lotta integrata), ma anche Dop e Igp,  fino a un massimo di 3mila euro per azienda agricola. L’intervento è rivolto alle aziende che partecipano per la prima volta a un regime di qualità.  Priorità di accesso al finanziamento  è prevista per gli imprenditori agricoli  che operano in zona svantaggiata di montagna e a quelli che aderiscono a regimi con valenza ambientale (dunque il bio e il Qc). Sono ammesse al contributo le spese sostenute per la prima iscrizione,  i controlli, le analisi previste dal disciplinare di produzione.  

Info: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/doc/bandi