Semplificazione. E’ la parola d’ordine del disegno di legge di riforma della Pubblica amministrazione approvato quest’estate dal Parlamento e dei cui contenuti si è discusso in un incontro pubblico alla sede del Partito Democratico di Piacenza. A fare il punto della situazione la parlamentare Marilena Fabbri che ha seguito tutto l’iter di una legge attesa ora dall’esame dei decreti attuativi. All’incontro erano presenti anche il collega Marco Bergonzi e il consigliere regionale Gianluigi Molinari. Fabbri si è soffermata anche sull’appendice della riforma che riguarda da vicino il territorio piacentino, cioè quella legata al futuro delle prefetture e di tutti i presidi della sicurezza, ed ha confermato che allo stato la riorganizzazione è in stand by . “Non abbiamo ancora visto la bozza del decreto attuativo – ha detto la parlamentare – La procedura al momento è ferma e la ridefinizione territoriale è tutta da vedere. Certamente, il tema delle prefetture come quello della Camere di commercio deve essere affrontato, anche alla luce del discorso relativo alle aree vaste”.
La deputata ha definito la riforma “necessaria perché va a semplificare la vita dei cittadini razionalizzando gli uffici della Pubblica amministrazione”. Queste alcune delle novità più rilevanti che ha citato: novità più rilevanti della riforma, la deputata ha voluto sottolinearne alcune. Il numero unico per le emergenze: basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato. La riforma prevede una vera e propria svolta digitale: i pagamenti verso la Pubblica amministrazione, come bollette e multe, potranno avvenire anche ricorrendo al credito telefonico (ricaricabili o abbonamenti) purché si tratti di micro-somme (presumibilmente sotto 50euro). Il versamento potrà quindi essere eseguito con un semplice sms. Tra le norme più rilevanti anche una scure sulle società partecipate: verranno ridotte e si prevede un numero massimo di ‘rossi’ dopo cui c’è la liquidazione, possibile anche il commissariamento.