Prefetture, sindacati contro Alfano: “Il piano per chiuderle esiste eccome”

“Non è un ripensamento del Governo perché una decisione non è mai stata presa” e ancora “Non è una partita finita, perché la partita non è mai iniziata”. Queste le parole pronunciate rispettivamente dai ministri Marianna Madia e Angelino Alfano nel commentare la decisione del Governo di non chiudere le prefetture di 23 province (tra le quali Piacenza) e depotenziare le questure e le caserme dei vigili del fuoco. Secondo i ministri, in altre parole, il Governo non ha mai pensato di agire in questo senso: ma se questa presa di posizione ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli amministratori locali delle 23 province interessate, i sindacati Cgil, Cisl, Uil non si dicono così fiduciosi. “Un piano di ridimensionamento c’era eccome” commenta infatti Stefania Bollati della Fp Cgil. “Il progetto è stato messo a punto dal Ministero dell’Interno e presentato alle organizzazioni sindacali. Si tratta di uno schema di riordino che prevede proprio la soppressione di 23 prefetture, tra cui quella di Piacenza, a partire, tra l’altro, da una data ben precisa: il 1 gennaio 2017”.

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“Se il Governo ha deciso di non mettere in pratica questo decreto, o di modificarlo, noi siamo ben contenti, fino a quando però non ci verrà presentato uno schema alternativo che andrà a sostituire quello originario noi continueremo a mantenere alta l’attenzione”.

In altre parole i sindacati chiedono che qualsiasi modifica o marcia indietro venga messa nero su bianco: “Nel momento in cui viene detto che questo piano di riordino non esiste o comunque non se ne fa più niente deve essere certificato che o si torna indietro o si modifica il decreto”.