Area vasta, Tarasconi e Molinari: “Piacenza vada con Parma e Reggio Emilia”

“Per noi del Partito Democratico l’area vasta ottimale sarebbe Piacenza-Parma-Reggio Emilia”. E’ la proposta lanciata dai consiglieri regionali del Partito Democratico Gianluigi Molinari e Katia Tarasconi in un momento in cui il dibattito in regione su questo tema è particolarmente serrato e frenetico con molti comuni che sono anche alle prese con il voto per le fusioni. “Si tratta di un processo ormai irreversibile” hanno detto Tarasconi e Molinari che invitano il sindaco Paolo Dosi e il presidente della Provincia Francesco Rolleri a prendere contatti con le istituzioni e le categorie economiche locali. L’obiettivo deve essere chiaro: fare in fretta, proporre, per evitare di essere lasciati indietro.

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“Piacenza è in grado di elaborare una propria soluzione. Nel giro di un mese si deve arrivare, magari attraverso un tavolo inter-istituzionale, a una scelta condivisa da sottoporre agli altri territori chiamati in causa. In questa fase occorre anticipare i tempi. Siamo naturalmente aperti anche ai contributi di altre forze politiche, purché siano seri”. Carte e normative alla mano, i due consiglieri guardano all’area vasta all’interno della regione Emilia Romagna togliendo dal dibattito qualsiasi discorso legato a connubi con città lombarde, come evocato da qualcuno.

La proposta dell’area vasta con Parma e Reggio Emilia, per Tarasconi e Molinari, ha delle ragioni ben precise: “Dalle esperienze messe in campo finora, l’area vasta funziona quando si arriva a un milione di abitanti. Perché vanno tenuti presente tre fattori: qualità del servizio, tariffe, investimenti. Con 1 milione e 200 mila abitanti (la somma degli abitanti delle tre città, ndr) sarebbe il giusto compromesso per avere servizi di qualità con tariffe sotto controllo, quindi facendo economie di scala. Se andassimo da soli con Parma saremmo troppi piccoli, e aggiungendo Modena perderemmo controllo. Dobbiamo avere coraggio e essere per il cambiamento. Tutti gli amministratori devono crederci”.