Ricci Oddi, ecco la lettera di dimissioni dal cda del presidente Molinari

Prosegue la querelle della Ricci Oddi dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Molinaroli in polemica con il sindaco Paolo Dosi. Nei giorni scorsi lo stesso sindaco era intervenuto sulla vicenda (vedi articolo in allegato) così oggi pubblichiamo il documento-lettera presentato nei giorni scorsi al cda della Galleria.

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LA LETTERA DI DIMISSIONI DI MOLINARI DAL CDA DELLA RICCI ODDI

Dopo lunga e meditata riflessione e a seguito di alcuni colloqui , sono giunto alla determinazione di ritirare la mia disponibilità alla nomina a Presidente della Galleria Ricci Oddi, nomina di competenza del Consiglio di Amministrazione della Galleria medesima.
La decisione deriva principalmente dalla rivendicazione, da me non condivisa,  da parte del Sindaco di designare il Presidente in ragione del fatto che il Comune è l’unico Ente che eroga un finanziamento alla Galleria. Basta infatti leggere l’atto di donazione da cui risulta evidente che la donazione fu fatta da Giuseppe Ricci Oddi ad alcune condizioni, tra le quali “di assumere a carico del Comune le spese ordinarie di bilancio per la gestione amministrativa, per il personale direttivo e di custodia e per la manutenzione della Galleria…”, per comprendere che la pretesa del Sindaco costituisce una pesante e arbitraria intromissione. Trattasi infatti di un obbligo perenne e non di una erogazione liberale che non può essere revocata in funzione di diritti di designazione o di altro.

A ciò aggiungasi la volontà espressa dal Sindaco –a quale titolo?- di definire la posizione giuridica della Galleria come ente di natura pubblica, obiettivo che contrasta con gli intenti del Fondatore e con la storia della Galleria, così come la indicazione di procedere alla modifica dello Statuto, legittimo per alcuni dettagli insignificanti, ma non se voluta per modificare gli equilibri del Consiglio di Amministrazione.

Tutto quanto sopra a mio avviso mina alla radice l’autonomia e l’identità della Galleria, così come voluta dal Fondatore e che il Consiglio di Amministrazione deve tutelare in ogni modo.
Il Comune trascura invece un problema di fondo che lo vede coinvolto in scelte che hanno portato alla mancanza in Galleria  di una figura strutturata con competenze specifiche e coerenti con le finalità primarie della Galleria, competenze di natura storico/critico/artistiche, analoghe a quelle possedute dai Direttori Ferdinando Arisi e Stefano Fugazza.

Non potendo condividere queste linee politiche dettate non dall’obiettivo di migliorare, sviluppare, promuovere la Galleria, ma per mettere sotto tutela della “politica” (la polemica sulla presenza di Vittorio Sgarbi in Galleria ne è un chiaro  esempio) una istituzione tra le più prestigiose e qualificate nel campo dell’arte a livello nazionale e non intendendo farmi corresponsabile di scelte profondamente errate, rassegno anche le dimissioni da membro del Consiglio di Amministrazione quale rappresentante della Prefettura.
La mia scelta deriva esclusivamente dalle motivazioni di sostanza di cui sopra e non con riferimento alla persona designata dal Comune, verso la quale nutro, come sempre, sentimenti di grande stima professionale.

Ringrazio tutto il Consiglio, lascio con dispiacere la Galleria che, nell’anno della mia Presidenza, ha conseguito grazie anche alla collaborazione del Consiglio, risultati ragguardevoli, tra cui ricordo una diffusa sensibilizzazione dei piacentini nei riguardi della Galleria, un aumento del 30% del pubblico, apertura del sabato fino alle 22, eventi promozionali, introduzione del 5 per mille a favore della Galleria, proposta di un ampliamento degli spazi con la realizzazione di una “piramide” nel chiostro, il progetto “Ecce Vita”, la proposta di lanciare “GLI AMICI DELLA GALLERIA”.