“Rimozione di logo e stemma da manifesti e locandine e diffida dall’utilizzo senza autorizzazione”. E’ quanto ha previsto il presidente del consiglio comunale Cristian Fiazza, in merito al convegno organizzato dal consigliere della Lega Nord, Massimo Polledri, in programma questa sera dalle 21 in Sant’Ilario e che ha per tema l’ideologia gender insegnata a scuola. “Difendere la famiglia per difendere la società”, questo il titolo dell’incontro, che era stato presentato da Polledri ma anche da Massimo Zera, consigliere comunale a Mantova e Massimiliano Bastoni, consigliere comunale di Milano, entrambi sempre del Carroccio. Stesso provvedimento è stato preso anche a Mantova, con il sindaco Mattia Palazzi che ha dato mandato di formalizzare la richiesta di rimozione del logo del comune dal manifesto. Da Milano, invece, non è ancora giunta nessuna comunicazione.
“Abbiamo appreso dell’utilizzo del logo e dello stemma – ha spiegato il presidente del consiglio comunale di Piacenza, Cristian Fiazza – e dopo le verifiche non ci risulta sia stata inoltrata la richiesta, me che meno l’autorizzazione. Dunque abbiamo proceduto affinché logo e stemma vengano rimossi dai manifesti in città e negli spazi pubblici, abbiamo diffidato il consigliere Polledri dall’utilizzarli nuovamente in futuro senza autorizzazione e ora il sindaco potrà valutare se chiedere i danni in sede civile al gruppo consiliare della Lega Nord, sempre se riterrà che siano state commesse violazioni dell’immagine dell’ente. Il convegno si terrà, perché la richiesta degli spazi e il pagamento sono avvenuti”. Medesima procedura a Mantova.
Ma Polledri si difende: “Il presidente sbaglia. Abbiamo fatto domanda come gruppo consiliare della Lega Nord, in più presentando una mozione depositata. Quindi se illustriamo pubblicamente l’attività amministrativa dei nostri gruppi consiliari è ovvio che siamo nell’ambito delle nostre competenze, potendo utilizzare il logo. In più non viene segnalato il patrocinio, che dev’essere nell’interesse pubblico e quindi valutato dalla giunta”.
Molto critica anche l’assessore alle pari opportunità di Piacenza, Giulia Piroli, che è entrata nel merito della questione: “Una circolare del ministero dell’Istruzione ha certificato che l’ideologia gender non è un problema. Per questo penso che un’educazione debba essere fatta, basta guardare quante donne vengono ancora maltrattate dai propri amici, compagni, o ex mariti. E’ una questione culturale da affrontare, fin da piccoli, per educarli a contrastare gli stereotipi di genere sarebbe importante”.
A prendere una posizione molto netta, anche gli Arcigay di Piacenza e Mantova “Le violazioni sono molteplici – ha detto il presidente di Arcigay di Piacenza, Valeriano Scassa – perché il Comune è iscritto alla rete Ready contro le discriminazioni e dal punto di vista etico non avrebbe dovuto autorizzare neppure l’uso della sala per un convegno del genere. L’amministrazione dovrebbe prendere le distanze da questo tipo di incontri, perché l’ideologia gender è un problema solo se usata per limitare il cammino dei diritti omosessuali nel nostro paese”.
Duro infine il presidente dell’Arcigay di Mantova, Davide Provenzano: “Sono iniziative strumentali, che minacciano la libertà dei cittadini. L’unica ideologia è nella testa di queste persone, che mettono in discussione i diritti dell’emancipazione femminile, che loro vorrebbero in sottomissione rispetto all’uomo e verso la comunità Lgbt”.
IL COMUNICATO DI POLLEDRI
“E’ un vero e proprio atto di censura politica e un abuso di ufficio”, questo il commento di Massimo Polledri (Lega Nord) dopo la diffida ricevuta dal presidente del consiglio comunale di Piacenza Christian Fiazza che ha ordinato la rimozione da ogni struttura comunale del manifesto relativo all’iniziativa “Difendere la famiglia per difendere la società”, organizzato dai gruppi consiliari leghisti di Mantova, Milano e Piacenza, in data 21 settembre, presso l’auditorium Sant’Ilario.
Nel testo della diffida indirizzato da Fiazza a Polledri si legge: “Da un controllo effettuato dagli uffici in merito all'utilizzo dello stemma comunale in relazione all'evento da Lei promosso risulta che non ha provveduto a richiedere l'autorizzazione all'utilizzo dello stemma comunale che invece appare sopra la dicitura "Gruppo consiliare Lega Nord Padania”. Nello specifico la Sua condotta risulta difforme alla delibera di giunta comunale numero 5 del 18 gennaio 2011" .
“Ho rigettato la diffida – ha affermato Polledri – e ho invitato il presidente a ripristinare i manifesti arbitrariamente rimossi con la massima celerità”. Il riferimento alla delibera numero 5/2011, secondo il consigliere appare infatti improprio.
“Innanzitutto – spiega – il soggetto che utilizza il logo è Il Gruppo consiliare Lega Nord che, fino a prova contraria, è un’articolazione all'interno del consiglio comunale e quindi del Comune di Piacenza”.
Inoltre il suddetto gruppo consiliare è l'organizzatore dell'evento insieme ad altri gruppi di altri comuni. Nessun patrocinio è richiesto nè appare indicato nel materiale pubblicitario.
Facendo poi riferimento al titolo dell’incontro: "Difendere la famiglia per difendere la società. Enti locali e scuola di fronte alla ideologia gender", si deducono evidenti competenze proprie dell’azione di indirizzo, controllo, valutazione dei consiglieri comunali.
“Le emanazioni amministrative, nell'esercizio delle precipue funzioni, utilizzano lo stemma regolarmente – conclude Polledri – Quindi, che un comune ne proibisca l’uso per questa iniziativa la dice lunga sul regime di intimidazione che colpisce chiunque non si pieghi alla nuova ideologia Gender”.