Bratti: “Contrasto illegalità, dalle istituzioni servono strumenti concreti”

L’Emilia Romagna è una regione che coltiva da sempre gli anticorpi per opporsi alle infiltrazioni mafiose, ma non sempre basta. Le istituzioni devono mettere in campo strumenti di contrasto più concreti. Questo il messaggio principale scaturito dal dibattito di ieri sera alla Festa del Pd, organizzato dai Giovani Democratici, intitolato: “Legalità nelle imprese: un investimento per il nostro futuro”. Dopo l’introduzione di Stefania Tagliaferri del Pd, il giornalista Filippo Mulazzi ha interloquito con il parlamentare del Pd Alessandro Bratti, con la giovane democratica reggiana Emilia Garuti, con il segretario regionale dello Spi-Cgil Roberto Battaglia, con il presidente della Cna Dario Costantini e con il capogruppo Pd in Consiglio comunale Daniel Negri.

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Per Bratti, impegno costante in Parlamento su questo fronte, “purtroppo spesso i reati di mafia sono collegati ai reati nella pubblica amministrazione. L’Emilia, proprio perché virtuosa, è diventata particolarmente vulnerabile. Bisogna verificare a fondo le imprese che partecipano agli appalti. Un po’ di anticorpi ci sono, ma non basta. Occorre tenere fuori dallo sviluppo le imprese del malaffare”.

 

Va in questo senso, e non solo, l’impegno anche del sindacato, “poiché – come ha detto Battaglia – la mafia va contrastata in modo duro. Piacenza ci sono sei beni confiscati. Da tempo il sindacato è impegnato a contrastare la mafia che in passato ha colpito molti dirigenti sindacali. Senza legalità non c'è sviluppo. La Cgil sostiene progetti molto importanti. Pio Latorre intuì che per sconfiggere la mafia occorre togliergli i beni che hanno accumulato. Ci sono oltre 15mila beni confiscati. Lo Stato però deve essere più concreto”.

 

Costantini della Cna ha fatto presente come sia l’autotrasporto uno dei settori più critici. “Visto che siamo una città di vocazione logistica, dobbiamo tenere la guardia alta. Le associazioni come la nostra danno un messaggio di legalità. Senza l'illegalità le nostre imprese fatturerebbero oltre il 50% in più. Nessuno paga più nessuno, un giochino che ha ucciso tante piccole imprese. Esiste anche da noi il problema dei cattivi pagatori. Oggi le imprese per essere pagate sono costrette ad affidarsi addirittura a investigatori privati. Altra piaga è la concorrenza sleale. Le imprese oggi purtroppo si chiedono se devono rimanere nella legalità., ed è un messaggio brutto, ma purtroppo oggi non ce la fanno più”.

 

Il consigliere Daniel Negri ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale nel controllare preventivamente le imprese che lavorano con l’ente pubblico. “Sono controlli rigorosi, ma dobbiamo stare sempre in allerta”.

 

Un messaggio di speranza è arrivato da Garuti della segreteria dei Giovani Democratici: “La buona politica, quella fatte dalle persone serie, può e deve fare qualcosa per arginare questo triste fenomeno”.