"Una riforma che finalmente rilancia l'autonomia scolastica e, soprattutto, che non lascia indietro nessuno". Concetti rimarcati con forza e orgoglio dalla parlamentare del Partito Democratico Simona Malpezzi, “la prof prestata alla politica" – come si è definita – intervenuta venerdì sera alla Festa del Pd sotto il Pubblico Passeggio per parlare della riforma della Buona Scuola che ha contribuito a scrivere. Un dibattito, quello moderato dalla giornalista Paola Pinotti affiancata da Maurizio Fiaschè e dall’assessore comunale Giulia Piroli, che si è rivelato particolarmente acceso dal momento che i sindacalisti di categoria, invitati dall'organizzazione e presenti in platea (Manuela Calza per la Cgil e Stefano Vantadori per la Cisl), non hanno mancato di mettere in evidenza "le lacune della riforma" così come fanno da mesi.
Critiche alle quali Malpezzi ha ribattuto colpo su colpo difendendo l'impianto della riforma, a partire dall'ambizione, "una volta per tutte, di risistemare un settore che tutti sostenevano essere cruciale per lo sviluppo del Paese, ma che abbiamo trovato sfasciato". Per la deputata lombarda si tratta di una riforma che "concede chances a tutti, tanto agli insegnanti quanto agli studenti". "Forse potremo fare di più – ha detto – ma finora abbiamo inserito, con le coperture già presenti nella Legge di Stabilità, 4 miliardi di euro che garantiranno alla scuola quell'autonomia che da sempre pretende". Si è quindi soffermata su uno dei temi caldi, quello delle assunzioni: "Il numero insegnanti deve essere tale da consentire di avere una didattica di prim'ordine. I posti che noi mettiamo a contratto, il che significa a tempo indeterminato, sono 160mila. È la più grande assunzione che la storia ricordi. Anche di fronte alla sentenza della Corte Europea dovevamo subito garantire continuità didattica e lo abbiamo fatto". Dopo aver risposto ai sindacati che parlavano di "manovra che in realtà non assume, ma semplicemente stabilizza dopo anni e anni di precariato", Malpezzi ha anche toccato la questione delle sedi e dei docenti costretti a spostarsi di centinaia di chilometri per avere la cattedra garantita. "È vero, c'è chi non si vuole spostare da casa verso una sede che considera troppo lontana. In realtà sul totale, questa quota è del 12%. Comunque sia consentiremo una supplenza di un anno e poi l'ingresso in un grande piano di mobilità complessivo. Che poi ci siano gli insegnanti del Sud al Nord, quello è un fenomeno che c'è sempre stato. Sentire parlare di esodo o di deportazione è un'esagerazione. Non mi sembra un'ingiustizia".
Malpezzi ha poi sostenuto che la riforma "non prevede la valutazione degli insegnanti, bensì la premialità: 200milioni alle scuole (22mila euro a scuola) affinché ognuna decida, con un comitato di valutazione, quali siano gli insegnanti più meritevoli. È la scuola nelle sue componenti che sceglie. Inoltre noi non aumentiamo di nessuna prerogativa i poteri del dirigente scolastico". Infine, sulla richiesta proveniente dalle associazioni di studenti di potenziare il sistema di alternanza scuola-lavoro, l'ospite ha concluso sostenendo "che i percorsi di studio professionali e umanistici hanno la garanzia di avere pari dignità".