“Europa immigrazione, tassazione. Nel mondo c’è una polverina strana. Ho paura che si stiano accumulando temi favorevoli alla destra. Per questo dico che il Pd ha il dovere di proporre delle idee. Noi non siamo quelli delle tasse, siamo quelli del welfare. Spenderò le energie che ho ancora perché si capisca la forza materiale delle idee”. Lo ha detto l’ex segretario nazionale Pierluigi Bersani intervenuto alla seconda serata della Festa Democratica sul Pubblico Passeggio. Una serata in cui il politico piacentino, intervistato dal giornalista Carlandrea Triscornia, ha voluto subito ricordare con commozione la figura dell’amico Prospero Cravedi, consegnando alla moglie Angela una targa. “Prospero Cravedi è stato un testimone eccezionale delle vicende piacentine e di quelle politiche. Prendiamo l’impegno e inventiamoci qualcosa per ricordarlo”.
Poi è stata tutta politica. A partire dai tweet del presidente del Consiglio Renzi, che per Bersani non possono bastare per “trattenere” il proprio elettorato. “Mi auguro che Renzi non venga impallinato, tra un cinguettio e l’altro lui sa bene come mettersi al riparo. Certamente ci sono aspetti della comunicazione che hanno la loro efficacia, ma può diventare una bolla che se cresce troppo si sgonfia. La migliore comunicazione sono i fatti, è quella di farsi vedere sui problemi più che sulle soluzioni”. Bersani rifiuta l’idea di un partito verticale e non nasconde i disagi che albergano nel Pd. “Siamo un partito plurale. Una cosa obiettiva da dire è che c’è una buona fetta di elettori che è a disagio, che ha l’impressione di essere portata dove non vuole andare. A questa gente bisogna dire in modo credibile che il Pd è di centrosinistra, che è alternativo al centrodestra e che ha i suoi riferimenti sociali ai quali vuole bene. No all’idea di un partito che può prendere delle pieghe generiche. La nostra gente ama il collettivo, il gioco di squadra, non gli sport individuali”. Allo stesso tempo però Bersani crede sempre nel Pd. “Io dico: si sta lì. Ma non è che tutti sono convintissimi. A Renzi direi: ti ricordi quando io segretario feci una deroga allo Statuto per permetterti di candidarti? Pensavo che se non avessi fatto così potevamo perdere un pezzo di Pd. Adesso, allo stesso modo, caro Matteo, devi riconoscere che c’è questo problema e in nome del Pd fai qualcosa per affrontarlo”. Ed ha aggiunto: “Io sto facendo di tutto per tenere insieme il Pd, non vorrei che qualcuno sbagliasse l’analisi. Nel Pd però c’è un problema. Nelle feste chi ha un problema viene da me, e non è poca gente. Non si può prenderla a schiaffi”.
Bersani non ha risparmiato critiche alla legge elettorale, partorita quando lui era ancora convalescente. “Quando ho visto la legge elettorale ho pensato, “va beh, sono ancora sotto sbornia”. Poi ancora sul Pd. “Noi siamo un partito molto giovane, un bambino piccolo. C’è bisogno di un minimo di elastico. Il partito ha bisogno di una sua libertà. Un elastico tra governo e partito ci vuole, nella lealtà. Siamo al 38 esimo voto di fiducia. Quante ne dovremo mettere per capire che c’è la fiducia? Sono convinto che Renzi sia meglio di Berlusconi, Grillo e Salvini, ma noi non possiamo mettere la fiducia su una legge elettorale che crea cattivi precedenti. Neanche il Pci chiedeva la disciplina davanti a una legge costituzionale. Con questa legge il ballottaggio lo fai per forza. E se lo fai con un grillino, i leghisti per chi votano? Per noi?!!! Cerchiamo di volare bassi, perché le vittorie non le hai in tasca. L’illusione che il grillismo sia transitorio è sbagliata”.
Sull’immigrazione Bersani ha detto che siamo di fronte a un cambiamento epocale: “Stiamo scambiando la storia per la cronaca. Sta succedendo un fatto di portata storica, di durata lunga, che si potrebbe ribattezzare, la riorganizzazione del Medio Oriente a 100 anni dalla Pace di Versailles. Dobbiamo pretendere una diplomazia mondiale, Russia, Stati Uniti, Cina ed Europa, che tiri fuori gli attributi e aiuti a risistemare quell’area dicendo: adesso basta. In Italia bisogna organizzare un’accoglienza decente con centri di selezione. L’acqua con le mani non la fermi.
L’accelerazione dei nostri guai è arrivata con la guerra in Iraq”.
Sulla legalità e le infiltrazioni mafiose in Italia. “Nella norma sul falso in bilancio abbiamo un buco. Quello è all’origine sia dell’evasione che della corruzione. È un reato di primissimo allarme, lì si dovrebbe avere un pò di severità in più, e invece…. Chi governa deve essere amico di tutti, ma parente di nessuno. Devo essere parente di Marchionne che porta via dall’Italia la sede fiscale? Serve più rigore. E le norme aiutano”. Bersani ha poi invitato la politica a non sottovalutare le periferie, e nemmeno la Lega Nord. “Dire che la Lega è solo immigrazione non è esatto. La Lega, e lo dico quasi rabbrividendo, ha lasciato l’idea di una politica pane al pane e vino al vino, concreta. Se uno si incazza per le buche in provincia e perché non ci sono gli spartineve, gli viene in mente di votare Lega”. Su Expo, “dovremo essere capaci di raccogliere i frutti”. Un altro fronte di preoccupazione è sulla sanità per la quale va difeso il modello di sinistra e cioè che deve essere un diritto per tutti, non solo per i ricchi. “C’è una grande emergenza epatite C. Dobbiamo creare un fondo presso l’OMS per remunerare i brevetti salvavita”.