Bobbio sullo sfondo della Gioconda, uno studio piacentino lo dimostra

Bobbio sullo sfondo della Gioconda di Leonardo Da Vinci -  CorrierediBologna.it

Il territorio piacentino e la Gioconda di Leonardo Da Vinci, il quadro più famoso del mondo, tesoro inestimabile conservato al Louvre di Parigi, potrebbero essere legati a doppio filo. Secondo uno studio della ricercatrice Carla Glori, di recente supportato da un importante lavoro di analisi ed elaborazione grafica svolto dagli architetti piacentini Angelo e Davide Bellocchi, Leonardo avrebbe ritratto la sua modella da un terrazzo del Castello Malaspina-Dal Verme di Bobbio e lo sfondo (poi in parte rielaborato dall’artista) sarebbe quello del Ponte Gobbo. Una tesi che sembra ogni giorno più fondata e che rappresenterebbe un motivo di orgoglio senza eguali per la città d’arte dell’alta Valtrebbia e per tutto il territorio piacentino. “E’ proprio l’amore per la nostra terra che ci ha spingo ad iniziare questo lavoro – spiega l’architetto Davide Bellocchi – sebbene il nostro approccio, almeno all’inizio, fosse totalmente neutro, senza dare nulla per scontato. Col passare del tempo e con l’avanzare della nostra ricerca e dei nostri studi, siamo stati piacevolmente colpiti nel notare che in effetti la tesi di Carla Glori è ben più che plausibile”. Se dovesse essere confermata e suffragata dal placet degli storici dell’arte, sarebbe un’occasione di promozione territoriale senza precedenti per la Valtrebbia e per Piacenza. 

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Il lavoro degli architetti piacentini Angelo e Davide Bellocchi arriva dopo cinque anni dalla prima ipotesi avanzata dalla ricercatrice. In base alla ricostruzione storica, Monna Lisa sarebbe in realtà Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico il Moro, duca di Milano e signore di Bobbio. Gli architetti Davide e Angelo Bellocchi hanno compiuto una serie di analisi e di ricostruzioni in 3D per supportare la tesi di Carla Gori, evidenziando 10 punti di riferimento che confermerebbero tutte le ipotesi.

Per prima cosa lo studio Belloocchi ha effettuato una ricostruzione su basi storiche della struttura del castello alla fine del XV secolo, collocandolo nel paesaggio reale, anch’esso ricostruito in 3D. Il paesaggio è stato compresso, seguendo fedelmente le regole del “Trattato di pittura” scritto dallo stesso Leonardo Da Vinci. Alcune piccole differenze con il paesaggio sono semplici scelte artistiche, giustificate dalla necessità di collocare elementi estetici per intero nel quadro.

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Oltre al Ponte Gobbo, le nette similitudini riscontrate dalla studiosa e dagli architetti tra il paesaggio dipinto e quello bobbiese riguardano anche le acque. Il fiume Trebbia e la sua grande ansa coincidono infatti con il corso d’acqua raffigurato a destra della Gioconda. Stesso discorso vale per le montagne sullo sfondo, simili ai rilievi della val Tidone, alla Pietra Parcellara e alla zona dei calanchi.

La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, fu dipinta da Leonardo Da Vinci tra il 1503 e il 1506 (anche se l’artista ha apportato modifiche e ritocchi quasi fino alla sua morte, avvenuta nel 1519). E’ un dipinto a olio su tavola, non particolarmente grande (misura infatti 77 centimetri per 53).
La Gioconda è oggi esposta al museo Louvre di Parigi. Proprio dal Louvre viene rubata nel 1911 da un operaio italiano, Vincenzo Peruggia, che per spirito di patriottismo voleva riportare il quadro in Italia. Due anni dopo la Gioconda fu ritrovata a Firenze e restituita ai francesi. 

In allegato all’articolo trovare la relazione completa di Carla Glori e alcune immagine tratte dallo studio realizzato dagli architetti Bellocchi.