“Se la nostra posizione sull’indotto generato dai richiedenti asilo fa sorridere qualcuno, tanto meglio: vuol dire che la gente per un attimo può distrarsi da problemi relativi a tasse, disoccupazione, criminalità e inciviltà. Ma purtroppo a riportare tutti con i piedi per terra sono le notizie che riferiscono di appalti milionari, tangenti, prostituzione e caporalato nei centri di accoglienza, dietro ai quali si muovono la politica e le mafie siciliana e romana. Con tanti dubbi sulle coop impegnate su questo fronte”.
La segreteria provinciale della Lega Nord riapre dunque la querelle sull’incidente avvenuto l’altro giorno a Rezzano di Carpaneto, dove due richiedenti asilo impegnati nella raccolta dei pomodori sono rimasti feriti. A seguito del quale Carlo Loranzi, che gestisce alcune strutture ricettive, ha rigettato l’ipotesi di arricchirsi a spese degli immigrati. “Se non ci trovassimo di fronte a circostanze tanto gravi – attacca il Carroccio -, saremmo noi a giudicare come battuta umoristica la dichiarazione di Loranzi: chi tre anni fa ha ottenuto dalla regione, tramite la Protezione civile, 1 milione e 800mila euro per una sola struttura quando ancora l’emergenza profughi non era entrata nel vivo, qualche incasso deve pur averlo fatto. Se così non è stato, non è dovuto all’aver lavorato per spirito di beneficienza, ma alla mancanza di capacità imprenditoriali. La vicenda di Carpaneto deve dunque essere l’occasione per fare luce, anche a livello locale, sulle modalità operative di società, associazioni e cooperative che operano in questo settore. Come ad esempio – prosegue la segreteria leghista – la cooperativa sociale che a Ponte dell’Olio da un anno ha in carico i due richiedenti asilo coinvolti nell’incidente, il cui ruolo nella vicenda merita di essere chiarito quanto quello dell’imprenditore agricolo che ha dato il lavoro ai due africani. Una volta per tutte deve essere svelato cosa si nasconde dietro a queste pratiche per la richiesta d’asilo che non solo aumentano di giorno in giorno, ma hanno anche tempi di attuazione interminabili. Affari che si tenta di far accettare alla popolazione ricorrendo all’immagine ottocentesca e novecentesca degli italiani con le valigie: una distorsione, questa, ideata da qualche maître à penser per fare accettare alla popolazione l’immigrazione selvaggia. Al contrario di quanto avviene oggi, in passato la nostra emigrazione, infatti, era sostenuta non da paesi in gravi difficoltà economica, ma da paesi in espansione che attraevano la manodopera straniera per poter continuare a crescere”.