Un’azienda di Vernasca (Pc) ha avanzato richiesta per utilizzare un combustibile solido secondario denominato Carbonext; la Provincia ha avviato la procedura di verifica-screening e di Via (Valutazione impatto ambientale), al fine di accertare gli impatti sulla salute umana, sull’ambiente circostante e sulle produzioni agroalimentari, ma la richiesta aziendale "ha destato preoccupazione fra i cittadini che chiedono di vedere tutelato il proprio diritto fondamentale alla salute ed alla difesa dell'ambiente in cui vivono"; "ulteriori preoccupazioni si diffondono a causa del prevedibile incremento del traffico veicolare che l’autorizzazione potrebbe comportare".
Da questa premessa, muove una risoluzione depositata da numerosi consiglieri del Gruppo Pd, primo firmatario Gian Luigi Molinari, che chiede alla Giunta una serie di impegni. In particolare, il documento chiede di agire in sede di Conferenza dei Servizi "affinché tutti i dati riguardanti le emissioni e le caratteristiche del prodotto siano oggetto di verifica" e di "avviare uno studio sui flussi di traffico nei comuni interessati da un eventuale aumento del traffico veicolare, anche al fine di predisporre idonee soluzioni tese ad alleggerire tale problema". Molinari e gli altri consiglieri Pd chiedono alla Giunta di predisporre "un progetto integrato di indagine e analisi sulle componenti ambientali e sanitarie dei cementifici e del loro impatto relativo all'utilizzo di combustibili tradizionali e alternativi, con l'obiettivo di individuare eventuali differenze di ricaduta di inquinanti, esposizione ed effetti sulla salute nelle aree con la presenza di impianti". A questo scopo, andrebbero coinvolti nel progetto oncologi e istituti di ricerca, “al fine di certificare con certezza lo stato di salute della Valdarda ed evitare il proliferare di notizie allarmistiche e incontrollate, riportando al centro il ruolo e l'autorevolezza del Sistema sanitario regionale e di Arpa”.
Nella risoluzione è scritto che “la richiesta della ditta viene avanzata a norma di legge ed è dunque accettabile o meno solo in base ai dettami della norma medesima, come consapevolmente omettono di ricordare coloro che, più che dei cittadini e dell'ambiente, sono preoccupati di cavalcare campagne mediatiche alla ricerca di un consenso perduto da tempo”. Ma i consiglieri Pd chiedono alla Giunta di agire affinché venga sviluppato "un percorso di partecipazione e di informazione pubblica, che coinvolga cittadini, comitati spontanei, eventuali esperti ambientali a titolo gratuito e rappresentanti degli Enti locali". Infine, la Giunta dovrebbe chiedere al Governo "di rivedere la normativa vigente, affinché le modalità di trattamento ed i limiti di emissione del CSS siano conformi agli standard più restrittivi individuati nei documenti di riferimento per le migliori tecniche disponibili elaborate ai sensi della direttiva 2010/75 UE sulle emissioni industriali".