Il Partito Democratico al lavoro per studiare una riforma delle pensioni che vada a correggere gli errori fatti dai Governi passati e che riesca a mantenere in equilibrio la bilancia tra la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e i conti pubblici. È un quadro assai sfaccettato e in costante mutazione quello delineato sull’argomento dall'onorevole Alessia Rotta – Responsabile Comunicazione della segreteria nazionale e componente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati – intervenuta lunedì 29 giugno alla sede del Pd di via Martiri della Resistenza per l’incontro “Nuove pensioni tra flessibilità e giustizia sociale” a cui hanno preso parte anche il segretario provinciale Loris Caragnano, il moderatore Maurizio Fiasché e il vicesindaco Francesco Timpano, intervenuto in qualità di tecnico. Ne è nato un confronto franco tra l’esponente della maggioranza, gli iscritti e le parti sociali intervenute (hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Uil e un ispettore dell’Inps) su un tema storicamente ostico per il nostro Paese. L’obiettivo era principalmente quello di relazionare sull'attività di Governo e Parlamento in tema di sistema pensionistico.
Da esperta della materia Rotta ha fin da subito chiarito che a livello centrale "non è stato ancora deciso niente”. “Ci sono tuttavia tanti spunti, diverse proposte di legge sul tappeto, ma c'è ancora tanto da lavorare".
Nonostante quella per la spesa pensionistica sia una delle principali voci in uscita dello Stato italiano (quasi al pari del Giappone che ha una popolazione anziana decisamente più vasta), la riforma delle pensioni resta "un'emergenza irrisolta" dove albergano "squilibri e molteplici ostacoli". Per la deputata la situazione "oggi ci impone di affrontare dapprima gli errori della riforma Fornero". “Una riforma votata allora anche dal Pd – ha specificato – che in quel momento era l'unica alternativa possibile per evitare squilibri anche se riconosco che ha provocato disagi pagati da alcune fasce di popolazione in un particolare momento di crisi, vedi anche la questione esodati". La recente sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco degli adeguamenti pensionistici “è stata interpretata dal Governo nel senso di equità e, nonostante le prese di posizione polemiche di Lega Nord e Fratelli d'Italia, ha restituito privilegiando coloro che avevano subito i torti maggiori. Resta il fatto che La Riforma Fornero è stata vitale perché ci ha consentito di risparmiare risorse che ora possono essere redistribuite. A tal proposito a giorni scatterà la "settima salvaguardia" per la restituzione di parti del dovuto”.
Per quanto riguarda il futuro, la deputata veneta ha spiegato che allo studio ci sono diverse proposte, due su tutte. Quella a firma Damiano-Baretta in cui si propone, salvaguardando il diritto di accesso alla pensione con 40 anni di contributi svincolato dall’età anagrafica, un sistema flessibile di uscita volontaria da 62 a 70 anni di età con una tabella di incentivi e disincentivi, proposta da taluni giudicata rischiosa e onerosa. La seconda del presidente dell’Inps Tito Boeri, fortemente critico sulla prima soluzione, basata su un sistema contributivo secco: tot versi, tot ricevi.
Infine Rotta ha poi toccato l’argomento del tesseramento Pd: “E’ un momento importante perché il Pd mantenga i valori per cui è nato. Tesserarsi significa avere un senso di appartenenza”.