“Voglio rivolgermi direttamente a Matteo Salvini: con tutto il mio cuore, gli dico che deve smettere di influenzare la gente con slogan di odio verso i sinti, i rom e i nomadi. Perché se succede un’altra strage, come quella che ho vissuto io, sarà lui il responsabile”. Sono le parole di Mirco della Santina, 33enne sinti bolognese, intervenuto durante il raduno al polo logistico che terminerà domani, domenica 24 maggio. Mirco ha raccontato della sua terribile esperienza vissuta il 23 dicembre 1990 quando sua madre Patrizia rimase uccisa in un assalto compiuto dalla banda della Uno Bianca al campo nomadi di via Gobetti a Bologna. Un assalto in cui, oltre a sua madre, rimase ucciso anche Rodolfo Bellinati e furono ferite gravemente una donna slava e una bimba italiana di sei anni. Questa la tragedia raccontata ieri da Mirco ai presenti, al sindaco Paolo Dosi e al prefetto Anna Palombi. Riferendosi al leader della Lega Matteo Salvini e alla sua campagna elettorale, il giovane ha pronunciato la frase: “Se succede un’altra strage, come quella che ho vissuto io, sarà lui il responsabile”. Parole che non sono per nulla piaciute alla Lega Nord di Piacenza che chiosa: “Le accuse mosse a Matteo Salvini e alla Lega Nord di preparare il terreno per ipotetici omicidi sono frutto di un pensiero delirante che non dovrebbe trovare spazio in un raduno religioso svoltosi in presenza delle autorità cittadine”.
IL COMUNICATO DELLA LEGA NORD
“Le accuse mosse a Matteo Salvini e alla Lega Nord di preparare il terreno per ipotetici omicidi sono frutto di un pensiero delirante che non dovrebbe trovare spazio in un raduno religioso svoltosi in presenza delle autorità cittadine”. La segreteria provinciale della Lega Nord respinge gli attacchi al movimento partiti dall’incontro annuale dei sinti evangelici, dove l’altro giorno Mirco Della Santina, figlio di una delle vittime della banda della Uno bianca, ha avvertito del pericolo di stragi a danno dei nomadi che potrebbero verificarsi a causa dei messaggi lanciati dal Carroccio. “Il paragone tra le nostre campagne per la sicurezza e i crimini commessi dalla banda della Uno bianca – afferma la segreteria piacentina del Carroccio – è privo di qualunque fondatezza e logica, figlio di un pensiero distorto che vede oggi la Lega come il nemico da abbattere. Noi invochiamo misure serie contro la criminalità dilagante, che non possono quindi essere accostate alle azioni di una cellula criminale costituita da cinque ex poliziotti degeneri colpevoli di omicidi, rapine ed estorsioni. Di nuovo, con il tacito assenso di quelle istituzioni incapaci di assicurare ai cittadini il diritto alla sicurezza, vediamo andare in scena un’aggressione, questa volta fortunatamente solo verbale, ai danni del nostro movimento. Siamo di fronte ad un altro esempio di rimozione dei problemi, che avviene incolpando la Lega di episodi criminali pur di non alzare la voce contro furti con strascichi violenti – quando non fatali – nelle abitazioni e nelle imprese, risse di strada, rapine e truffe agli anziani i cui responsabili sono molto spesso persone non integrate, come confermano le cronache giornaliere. Accuse di istigazione a delinquere che ci vengono mosse, peraltro, quando il nostro segretario è quotidianamente vittima di assalti e tentativi di linciaggio, a riprova del fatto che chi predica la violenza non si trova tra i leghisti”.